Umbria, San Francesco: si litiga in suo nome

Acque agitate nel consorzio Francesco’s Way che si occupa di pellegrinaggi e turismo religioso: associazioni imprenditoriali a confronto, con la Regione sullo sfondo

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di M.T.

Qualcuno ha parlato di «dimissioni annunciate», qualcun altro di «dimissioni formalizzate», mentre uno dei diretti interessati minimizza: «Io – dice Simone Fittuccia, rappresentante di Federalberghi-Confindustria e vice presidente del consorzio – ed altri quattro membri del consiglio di amministrazione del Francesco’s Way (il consorzio che, semplificando, si può dire che si occupa del pellegrinaggio e del turismo religioso; ndr), abbiamo inviato una lettera al presidente per chiedere delle spiegazioni su alcune recenti iniziative che, a nostro avviso, non sono state condivise e aspettiamo di ricevere una risposta».

«Autosospesi» Di fatto si sarebbero «sospesi, in attesa di conoscere le intenzioni del presidente. Noi rispettiamo le idee della Chiesa, ma visto che siamo in maggioranza all’interno del Cda chiediamo che vengano spiegate con chiarezza le strategie che si vogliono adottare per il futuro». Facendo capire che se non avranno una risposta soddisfacente potrebbero arrivare davvero alle dimissioni. Ma siccome sono in cinque, su sette membri del Cda, la decisione appare curiosa: volendo, potevano semplicemente ‘mandare sotto’ il presidente e costringerlo a cambiare tattica. E invece si sono ‘autosospesi’.

Monsignor Paolo Giulietti

Tensione alta Forse è bene spiegare a chi non conosce il Francesco’s Way e sente parlare di Chiesa che il consorzio vede la partecipazione della Conferenza episcopale umbra e delle associazioni imprenditoriali di categoria. Il presidente a cui si sono rivolti i consiglieri – oltre a Simone Fittuccia (Federalberghi) ad essersi «sospesi» sono Andrea Sfascia e Alberto Cari (Confindustria); Cinzia Rosati e Rolando Fioriti (Confcommercio); mentre Roberto Montagnoli (Coldiretti) non si è unito alla richiesta e anzi si dice «sorpreso dell’iniziativa, visto che il Francesco’s Way è una realtà che sta ottenendo risultati incoraggianti» – altri non è che monsignor Paolo Giulietti, che rappresenta proprio la Conferenza episcopale umbra.

Il presidente E che, quando gli si chiede cosa stia succedendo all’interno del consorzio, replica con la consueta dose di diplomazia: «Sinceramente credo che si tratti di problemi, probabilmente potremmo definirli come dovuti alla crescita, risolvibili senza grandi traumi. Il Francesco’s Way, infatti, cresce in modo evidente, visto che contiamo di chiudere il 2017 con un incremento del 30% di presenze sui percorsi e con un 20% in più di fatturato. Tenendo presente che il territorio umbro è stato sconvolto, come è purtroppo noto a tutti, dal terremoto, credo che si possa parlare, anche se il nostro concetto di business va sempre rapportato al tipo di turismo che intercettiamo e che è soprattutto valoriale, di un successo».

Le pressioni Alla base delle tensioni, anche se monsignor Giulietti non entra troppo nel merito, ci sarebbe il diverso modo di intendere la collaborazione con Umbria Life Style, la ‘rete’ dei consorzi che, sembra di capire, qualcuno vorrebbe far diventare l’interlocutore unico con le realtà esterne, operatori turistici compresi: «E noi – dice monsignor Giulietti – non siamo certo contrari all’idea della rete, ma un conto è stabilire una connessione ed una collaborazione organica; un conto è spingersi al punti di pensare ad una fusione, che per Francesco’s Way non è proponibile. Noi lavoriamo su una scala diversa ed i rapporti che abbiamo con le realtà legate all’intera ‘via Francigena’ non potrebbero che esserne compromessi».

Assisi La dimostrazione, dicono al consorzio, «la si avrà dal 21 settembre, con Italian Wonder Ways, quando tour operators ed agenzie di viaggio provenienti da tutto il mondo faranno esperienza sui nostri cammini del centro Italia, per far poi conoscere al mercato questo incredibile prodotto turistico italiano». Ma la particolarità, secondo Francesco’s Way, è anche un’altra: «La nostra caratteristica, grazie alla collaborazione con il circuito di ‘Campagna amica’, è quella di puntare ad una sinergia che porti al controllo puntuale dei sentieri, così da poter intervenire quando si verifichino dei danni e minimizzarne le possibili conseguenze. Con relativo risparmio di denaro per le manutenzioni». 

Statuti e assemblee E poi ci sarebbero la questione statuto: «Quello di Umbria Life Style – dice monsignor Giulietti – prevede l’autonomia dei singoli consorzi, mentre la prassi cha si vorrebbe far passare come norma sta vanificando questa autonomia. Peraltro riconosciuta anche nel piano triennale di Francesco’s Way e votata all’unanimità dalla nostra assemblea a gennaio». La ‘resa dei conti’, comunque, potrebbe arrivare a breve, visto che per lunedì 11 è stata convocata l’assemblea dei soci di Francesco’s Way ed in quella sede – «oltre che affrontare il tema delle possibili incompatibilità di alcuni membri del Cda», si ricorda dal consorzio – si dovranno affrontare i temi proposti dai cinque ‘autosospesi’.

Andrea Sfascia

L’intreccio Già, perché uno dei temi in discussione sarebbe proprio quello degli intrecci che caratterizzano i vari  consorzi e degli interessi di cui i consiglieri ‘autosospesi’ sono portatori: con Simone Fittuccia che oltre ad essere vice presidente di Francesco’s Way è presidente proprio di Umbria Life Stile; con Rolando Fioriti e Andrea Sfascia che oltre ad essere membri del Cda di Francesco’s Way sono anche presidente e vice presidente di Umbria & Bike, uno dei consorzi che di Umbria Life Style fa parte; come del resto Umbria Benessere, del quale lo stesso Sfascia risulta essere presidente. 

La Regione Con un ‘convitato di pietra’ ingombrante quanto generoso: la Regione Umbria. E uno dei problemi sarebbe proprio questo. Perché i finanziamenti previsti dai bandi Tac (Turismo ambiente e cultura) numeri ‘uno’ e ‘due’, aveva rivelato una fonte ad umbriaOn, «hanno garantito tra i 200 e i 500 mila euro, a ciascun consorzio, il primo e 56 mila euro il secondo». Con risultati difficili, forse impossibili, da quantificare per qualcuno. Mentre il Francesco’s Way certifica i propri.

Le perplessità Resta il fatto che la mappa dei consorzi analoghi – per la verità in Umbria ce ne sono oltre 30 – fa emergere un bel guazzabuglio di nomine e di finanziamenti pubblici. Che adesso, con un gesto che potrebbe avere conseguenze imprevedibili, i cinque consiglieri di Francesco’s Way, hanno (forse involontariamente) portato alla luce. Visto che se non saranno soddisfatti potrebbero formalizzare le dimissioni: «L’assemblea – taglia corto il presidente Giulietti – dovrà a quel punto nominare un nuovo consiglio di amministrazione. Non ci sono altre soluzioni». Perché monsignore sarà pure un sacerdote, ma l’impressione è che l’altra guancia non la porgerà volentieri.

 

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