Terni, Briccialdi: sconto in arrivo

Si riscrive la convenzione e la giunta non vuole coinvolgere il consiglio comunale

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Il Briccialdi ha un problema. Il Comune due. Perché quello dell’istituto musicale – un milione e mezzo di debiti con l’ente locale – va ripianato. E perché il metodo di ripianamento scelto dalla giunta comunale sembra somigliare un tantino ad una partita di giro, ma anche perché la giunta, tra poco, dovrà fare i conti con il fuoco di sbarramento partirà dal consiglio comunale. A quale verrà, di fatto, negato quel dibattito più volte richiesto.

La proroga Tanto per cominciare, intanto, la convenzione tra Comune e Briccialdi – che sarebbe scaduta il 19 aprile – è stata prorogata fino al 31 maggio «e sarà riscritta – spiega l’assessore Giorgio Armillei – da un comitato permanente di coordinamento, che sarà composto dai dirigenti di quattro assessorati che lavoreranno di concerto» e che dovranno presentare il nuovo testo entro il 30 aprile.

Cosa si farà Fermo restando che «per il Comune di Terni – dice Armillei – il Briccialdi rappresenta un’istituzione fondamentale, si dovrà definire un nuovo metodo per garantirne la sopravvivenza, rimodulando le formule di finanziamento e l’utilizzo del personale comunale che ne garantisce la gestione».

Il finanziamento Attualmente il Comune di Terni «riconosce al Briccialdi un milione e 800mila euro e ci sono 5 dipendenti che sono ‘comandati’ per seguire le attività dell’istituto. Mentre la nuova convenzione dovrà prevede una nuova formula, con una quota ‘fissa’ di finanziamento ed una parte legata all’attività didattica svolta», ma «in attesa che si definisca il percorso che, come previsto dalla legge, dovrebbe portare alla statizzazione della scuola», la somma totale potrebbe restare la stessa: «Ma la differenza – dice l’assessore – starà nel fatto che la quota’ variabile’ sarà sottoposta a maggiori controlli ed anche a concertazione».

Il personale I dipendenti comunali che lavorano a tempo pieno per il Briccialdi, poi, «non saranno più ‘comandati’ ma per loro si dovrà prevedere il ‘distacco’ e un efficientamento delle loro funzioni». Questo, anche se «la cosa ovviamente non è automatica», potrebbe portare ad una riduzione numerica.

I soldi La faccenda, già abbastanza particolare di suo, si complica quando si parla di soldi: «Il Briccialdi, ovviamente – dovrà pagare il suo debito con il Comune – spiega Armillei – e dovrà essere predisposto un apposito piano di rientro», cioè l’istituto potrà pagare a rate. Ma qui si innesca un’altra cosa tutta da provare a capire, in quanto il debito sarebbe rappresentato «in larga parte dall’accumularsi delle somme che il Comune ha pagato di stipendio al proprio personale ‘comandato’ al Briccialdi (circa 175mila euro all’anno; ndr) e che l’istituto avrebbe dovuto restituire anno per anno». Ma che non ha mai fatto.

La trovata Adesso potrebbe succedere questo: il Comune e il Briccialdi concordano un piano di rientro che prevede il versamento, da parte dell’istituto, di una certa somma ogni anno, per ripianare il debito accumulato. E fino a qui va bene. Poi però succede che il Comune continua a dare gli stessi soldi al Briccialdi e, in più, con la formula del ‘distacco’ di personale che è prevista per il futuro, l’istituto non sarà più tenuto a restituire i soldi degli stipendi. Potrebbe andare a finire, insomma, che i soldi per riscuotere il proprio credito, li tirerebbe fuori lo stesso Comune.

Il consiglio Il tutto con buona pace del consiglio comunale, visto che «l’articolo 42 del testo unico degli enti locali, a mio avviso – scandisce l’assessore Armillei – è molto chiaro: questi temi sono demandati al diretto controllo della giunta comunale e il passaggio in consiglio sarebbe un’autentica forzatura». Forse qualche consigliere comunale la penserà in modo diverso.

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