Terni, rabbia Valserra: «Qui piovono bulloni»

Sul piede di guerra un gruppo di residenti di Rocca San Zenone che vivono a ridosso del ponte ferroviario: «Cittadini di serie B»

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di F.T.

Disagi in serie per i residenti

Disagi in serie per i residenti

«Non possiamo essere considerati cittadini di serie B solo perché abbiamo scelto di vivere in periferia. Questo è bene che le istituzioni lo tengano presente». Sul piede di guerra ci sono diverse famiglie della frazione di Rocca San Zenone che vivono in strada della Val di Serra, a ridosso del ponte ferroviario della Orte-Falconara. Di motivi per lamentarsi ne hanno parecchi e allora è il caso di andare per ordine.

LE IMMAGINI DEL DEGRADO

Un problema dietro l’altro Il ‘tour’ inizia dall’incrocio con la strada provinciale 67: «Definirlo pericoloso è poco – dicono -. Il motivo? Non solo l’alta velocità delle auto, ma anche e soprattutto la scarsa visibilità. L’erba è alta e siamo arrivati al punto di tagliarcela da soli. Poi proprio a ridosso dell’incrocio, poi, c’è un ammasso di terra. Abbiamo chiesto più volte al Comune di rimuoverla ma, finora, senza risultati. Non consente di vedere le auto che scendono dalla curva del cimitero e questo comporta un rischio vero per tutti quelli che vivono qui».

Protesta residenti Rocca San Zenone - 27 agosto 2015 (22)

Erba alta e barriere

Il ponte dei ‘dolori’ Ci avviciniamo poi al ponte ferroviario, una struttura imponente che accusa i segni del tempo. E non solo. Si parte dal degrado: «Le nostre case si trovano proprio di fronte ai piloni. Fino a qualche tempo fa ci occupavamo noi di pulire e tagliare l’erba sotto le campate. Poi le Ferrovie dello Stato, vista anche la situazione di pericolo, ha chiuso tutto con delle reti. Ma ora l’erba alta, l’immondizia, come quella lasciata dalle ditte che hanno eseguito di recente alcuni lavori, abbonda e il decoro è solo un ricordo lontano. Il brutto è che non possiamo fare nulla».

L'auto danneggiata dal sasso

L’auto danneggiata dal sasso

«Piove di tutto» Si è detto del pericolo e in effetti quello a cui sono sottoposti i residenti di strada della Val di Serra sembra concreto: «Qui ‘piove’ di tutto: pezzi di mattoni, bulloni, rifiuti. Pochi giorni fa – racconta un residente – un sasso della ferrovia è caduto sulla mia auto in sosta, danneggiando la carrozzeria. Un’altra volta è precipitato un pezzo di mattone nel giardino e io ho anche delle nipoti in tenera età, potete capire. In quel caso siamo stati ‘salvati’ dal gazebo che tengo di fuori, ma non possiamo essere sempre ‘fortunati’».

Struttura a rischio

Mattoni pericolanti

Rischi? Altro capitolo, quello dei carotaggi: «Questo ponte ha i suoi anni e la struttura, basta dare un’occhiata, li dimostra tutti. Ci sono lesioni in varie parti, pezzi che cadono, infiltrazioni di acqua e vegetazione. Alcuni giorni fa i tecnici delle Fs hanno eseguito alcuni carotaggi e, da parte nostra, chiediamo di sapere se ci sono rischi per noi e le nostre famiglie».

Ponte derelitto

Ponte derelitto

Decoro In condizioni decisamente precarie c’è anche un piccolo ponte che collega le case alla zona del cimitero: ruggine, asfalto saltato, rifiuti, il quadro è poco edificante. «E pensare che questo ponte, sotto il quale c’è anche un reperto storico, è il punto di partenza per tutti quelli che fanno escursioni in Valserra. Un ‘bel’ biglietto da visita, non c’è che dire».

Scale aperte a tutti

Scale aperte a tutti

Cantiere abbandonato Nel mirino, oltre alla strada comunale piena di buche e in gran parte mal illuminata, ci finiscono anche i recenti lavori sulla linea ferroviaria: «A giugno hanno costruito una lunga scalinata che arriva fino ai binari. Lì sopra hanno gettato le fondamenta per una struttura che doveva servire a monitorare la linea, poi si sono accorti che in quella posizione, con il peso, c’era un rischio crollo e hanno abbandonato tutto, andando a costruire poco più avanti. Il punto è che ora la scala è accessibile a tutti – ai ragazzini come ai malintenzionati – e conduce proprio in mezzo alle rotaie. I pericoli potete facilmente immaginarli».

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