Terni, ‘Staminali’: tempo di decidere

Scade il mese di tempo che Ater aveva concesso ad Azienda ospedaliera e Comune per chiudere il contenzioso economico sulla palazzina destinata a sede del centro di ricerca

Condividi questo articolo su

Si erano dati un mese di tempo. Perché, avevano garantito un po’ tutti, volevano chiudere la partita in modo pacifico. Da una parte c’è l’Ater (l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale della Regione Umbria), dall’altra ci sono l’Azienda ospedaliera e il Comune di Terni. In mezzo – ad aspettare – la Fondazione cellule staminali. Perché l’oggetto del contendere è sempre quello stabile di Campomicciolo (la ex ‘Milizia) ristrutturato a mai utilizzato.

Terni staminali (1)La storia Su quel palazzo, infatti, l’Ater aveva investito circa cinque milioni (due ce ne aveva messi la Regione) per renderlo utilizzabile e metterlo a disposizione dell’Azienda ospedaliera, ma nel quale – dal 2013, a lavori ultimati – nessuno ha mai messo piede, nonostante ci fosse un accordo con il quale la stessa Azienda ospedaliera (con il Comune in qualità di garante dell’intesa) si impegnava a prenderlo in affitto ed a pagare un canone annuale di circa 300 mila euro.  Tanto che adesso l’Ater lamenta un credito di circa 700 mila euro.

Angelo Vescovi

Angelo Vescovi

Le ‘staminali’ Uno dei problemi che sarebbero alla base della mancata applicazione di quell’accordo sarebbe quello relativo al mancatto avanzamento – almeno a Terni, mentre la ricerca andava comunque avanti e con successo – del progetto sulle cellule staminali, il cui centro di ricerca locale era stato affidato al professor Angelo Vescovi e per il quale era stata costituita una Fondazione, costituita ad hoc, dall’Istituto superiore di sanità, dalla Diocesi di Terni, dalla Fondazione Carit, dalla Camera di commercio e dal Comune di Terni.

I fondi Ora, però, il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) sarebbe pronto a sborsare i finanziamento promessi  – addirittura Il Sole 24 Ore del 22 aprile ha ‘sparato’ la cifra di undici milioni di euro, in un articolo nel quale si leggeva che «tra gli ultimi atti del presidente uscente del Cnr, c’è la firma di una convenzione con la Fondazione Cellule Staminali di Terni, per trasferirgli senza alcun bando oltre 11 milioni di euro dal Miur. Fallito il tentativo di assegnare loro top-down (dal Parlamento all’unico possibile beneficiario), 3 milioni di euro con un emendamento ad hoc alla legge di stabilità per una sperimentazione clinica sulla Sla, compare l’accordo che dà i soldi direttamente dal governo alla Fondazione Cellule Staminali di Terni».

Il presidente di Ater, Alessandro Almadori

Il presidente di Ater, Alessandro Almadori

L’accordo Il lavoro sulle staminali, insomma, potrebbe ripartire alla grande, ma prima bisogna chiudere il contenzioso: soprattutto perché dopo che il presidente di Ater, Alessandro Almadori, aveva detto chiaramente di essere pronto a portare l’Azienda ospedaliera in tribunale, era iniziato il lavoro di mediazione che, il 16 aprile scorso, aveva portato ad un primo vertice organizzato per cercare una soluzione amichevole. E lì, si era deciso di ragionarci su per un mesetto e riparlarne entro il 15 maggio.

Tempo scaduto Ora, basta buttare un occhio al calendario – domenica 15 maggio, dice – per capire che il tempo è scaduto. Azienda ospedaliera e Comune devono dire come intendono ripianare il debito e come onorare l’accordo per il futuro. Con Almadori – «con umbriaOn parlo solo in presenza dell’avvocato», ha (forse) scherzato nei giorni scorsi – che ha il dossier bello e pronto per essere spedito ai giudici.

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli