Zaffini a muso duro contro la Tesei

Il senatore di Fratelli d’Italia rende pubblico il malumore del partito per le nomine in giunta e dei direttori generali

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Si era capito subito che in seno a Fratelli d’Italia c’erano malumori dopo la nascita della giunta Tesei. Malumori acuiti dalle recenti nomine dei direttori generali. Così, nella conferenza stampa di fine anno, Franco Zaffini non le manda a dire e dice chiaro e tondo: «Vogliamo essere ascoltati, sennò ci incazziamo».

LE PAROLE DI ZAFFINI – VIDEO

Il ticket mancato e nessun posto in giunta

Eppure qualcosa a casa Fratelli d’Italia lo ha portato. Il presidente dell’assemblea regionale è Marco Squarta. La sua era sembrata una scelta ponderata (rinunciare al posto in giunta o da vicepresidente per assumere un ruolo di prestigio a livello istituzionale), ma alla luce delle parole di Zaffini tutto assume una nuova connotazione. L’assenza di Fdi dalla giunta pesa eccome: è il partito che è più cresciuto rispetto alle elezioni precedenti, sopperendo all’emorragia

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Buco da colmare nel 2020

«Alle regionali abbiamo ottenuto un grande risultato come partito, che ha attraversato un deserto e ora vede l’acqua comparire, ma che non è bastato per essere rappresentati in giunta regionale – la butta lì Zaffini – siamo parte rilevante in maggioranza all’interno del consiglio regionale ma stranamente fuori dall’esecutivo. Siamo in maggioranza ma non in amministrazione e quindi ritengo che questo buco debba essere colmato rapidamente nel 2020».

L’ELEZIONE DI ZAFFINI AL SENATO

Zaffini ce l’ha con Coletto

«Con una giunta più appropriata – ha detto – iniziando anche a dire la nostra in assemblea legislativa e valorizzando al meglio le nostre proposte grazie ai due consiglieri. Questa sorta di provincialismo che assegna le migliori competenze fuori dall’Umbria a noi non piace e ci trova solo parzialmente d’accordo: noi riteniamo che l’Umbria sia regione ricchissima di capacità, conoscenze e competenze, con la macchina regionale che è stata rattrappita per 50 anni e non aspetta altro che di poter liberare tutte le risorse che ci sono al suo interno».

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