Anziani maltrattati, processo per 10 a Terni

Rinviate a giudizio le persone coinvolte nell’indagine sull’ex Villa Maria Luisa, casa di riposo di Santa Maria Maddalena

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Tutti rinviati a giudizio. Questa la decisione assunta mercoledì mattina dal gup del tribunale di Terni, Federico Bona Galvagno, in merito alle dieci persone coinvolte nell’indagine sull’ex Villa Maria Luisa, casa di riposo di via dei Pressio Colonnese, condotta dal pm Elisabetta Massini ed emersa nell’estate del 2013 con sei arresti eseguiti dalla Guardia di finanza di Terni.

I maltrattamenti

Al centro dell’inchiesta, i presunti maltrattamenti perpetrati ai danni degli anziani ospiti della struttura, che – secondo gli inquirenti – venivano insultati, percossi, costretti ad assumere farmaci scaduti o legati ai rispettivi letti e, più in generale, costretti a vivere in condizioni igienico-sanitarie e alimentari precarie. Contestazioni che ora dovranno passare al vaglio del giudice monocratico del tribunale di Terni: la prima udienza è stata fissata a marzo del 2019.

A giudizio

A processo, come chiesto in aula dal pm Camilla Coraggio, ci sono finiti i proprietari e l’amministratore della casa di riposo – tre persone in tutto -, la cuoca che risultava formalmente presidente della cooperativa che gestiva la struttura, cinque fra operatrici sanitarie ed infermiere ed un medico che non avrebbe vigilato su tutta una serie di aspetti di natura sanitaria. Fra i legali difensori figurano gli avvocati Massimo Proietti per conto della proprietà, Francesco Crisi, Massimiliano Mattioli, Federica Bigi, Barbara Grillini, Gettulio Belarducci, Giovanna Passatore, Giorgio Amato, Carlo Moroni, Emanuela Rosati e Mauro Biscetti.

Parti civili

Numerose anche le parti civili rappresentate per la maggior parte dai familiari degli anziani – alcuni dei quali deceduti nel frattempo – che avevano subito le condotte documentate dalle Fiamme Gialle anche attraverso filmati definiti «inequivocabili». Ad assistere ci sono, fra gli altri, gli avvocati Massimo Oreste Finotto, Attilio Biancifiori, Valeria Fracasso, Marco Tudisco, Alessandro Ferri e Arnaldo Sebastiani.

«Impianto accusatorio lacunoso»

Così l’avvocato Proietti: «Ci attendevamo questa decisione perché su un procedimento di tale portata, l’approfondimento dibattimentale è garanzia per tutti e solo attraverso il processo di potrà dimostrare compiutamente l’assenza di responsabilità per i miei assistiti. Già in questa fase – osserva l’avvocato – è comunque emerso come il giudice si sia reso conto della lacunosità dell’impianto accusatorio ed abbiamo gettato le basi per quella che sarà l’attività difensiva in sede dibattimentale. Siamo sereni e convinti dell’estraneità degli allora gestori della casa di riposo».

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