Ast, Cecconi (FdI-An): «Ci trattano da fessi»

Terni, dal consigliere comunale di opposizione un duro attacco alla presidente Marini

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di Marco Celestino Cecconi
Consigliere comunale di Terni di Fd’I-An

La riunione convocata a Palazzo Spada dalla Presidente uscente della Regione, Catiuscia Marini, per martedì prossimo 26 maggio, per discutere di AST, è un’offesa all’intelligenza di chi alle Acciaierie ci lavora, dei sindacati e dei ternani tutti: una vera e propria vergogna, per i tempi, i modi e i contenuti.

La prima ragione di scandalo sta nel fatto che la Marini da mesi è stata ripetutamente invitata a venire a Terni a riferire sulla questione-AST: ma, per mesi, si è sistematicamente defilata. Fino al definitivo NO, ufficializzato il 4 maggio scorso in conferenza dei capigruppo proprio a Palazzo Spada.

Ragioni di par condicio, ci è stato spiegato testualmente in quella sede… Ma come…?! Affrontare una discussione in contraddittorio con tutte le rappresentanze politiche avrebbe violato le regole della campagna elettorale, e l’annuncio di una passerella in forma di monologo a cinque giorni dal voto, invece, le rispetta…?

La richiesta alla Marini era stata avanzata ufficialmente da un organo istituzionale e sovrano come il Consiglio comunale della città, in tempi non sospetti, ovvero con un documento del 2 febbraio scorso, presentato dal sottoscritto ed al quale avevano poi aderito altri 15 colleghi di ogni gruppo e schieramento: una seduta ad hoc con la presenza proprio della Marini, per verificare l’attuazione dell’accordo del 3 dicembre; verificare le ricadute (pesantissime) sulle aziende dell’indotto; verificare il rispetto degli impegni assunti a Roma dalle Istituzioni del territorio, in primis dalla Regione (efficientamento energetico, ambiente, infrastrutture).

Lettere su lettere di sollecito, inutili meline in conferenza dei capigruppo…: mentre intanto la situazione dell’AST – tra volumi produttivi troppo bassi, fughe di management, dismissioni di altre aziende del gruppo, annunci di nuovi incentivi per una nuova tornata di ‘esodi volontari’ – da allora si è caricata di altre zone d’ombra, fino a quando la Presidente uscente ha preferito dare ufficialmente buca.

Adesso, probabilmente, la Marini ha paura che le stupefacenti affermazioni del suo ministro Guidi sulle presunte meraviglie dell’accordo romano – tanto presunte, che a Terni non se n’è accorto proprio nessuno – le facciano perdere i voti e la faccia. Ha paura che la marchiana sintonia tra la Guidi e la Morselli scavi un solco insanabile con il sindacato.

E annuncia – all’anima della par condicio! – che di tutta la faccenda parlerà personalmente a Renzi, quando il premier verrà in Umbria tra qualche giorno per tirarle la volata: come se Renzi e la Guidi appartenessero a pianeti diversi e non al suo stesso partito e allo stesso governo…

A Terni, cara Marini, forse dopo un mese e passa di sciopero siete riusciti a prenderci per fame. Ma adesso è l’ora di farla finita a credere di poterci prendere sempre per fessi.

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