Ast, contratti interinali Resta fuori una donna

La denuncia della rsu Fiom Cgil: «Un’ingiustizia il mancato rinnovo del rapporto di lavoro, che criteri vengono usati?»

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Non solo staff-leasing – già bollato dal sindacato come «stabilizzazione del precariato» -, ora secondo la rsu della Fiom Cgil è emerso anche un ulteriore problema nell’ambito della trasformazione da parte di Ast di una parte dei contratti interinali in essere all’interno del sito ternano: a fronte di 38 lavoratori coinvolti, solo uno, una lavoratrice nello specifico, non vedrà rinnovato il proprio.

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Le accuse

«Appare quanto meno singolare questa scelta – commenta la sigla dei metalmeccanici in una nota -, dopo 44 mesi di lavoro in cui ogni lavoratore e ogni lavoratrice è stato valutato oggettivamente per le proprie capacità. È incomprensibile come una sola unità non sia stata inserita nei nuovi contratti. Ci sembra una oggettiva ingiustizia: è evidente come Ast adotti procedure e modalità diverse nei confronti delle maestranze in funzione di criteri non ben definiti».

«Lavoro femminile da difendere»

I delegati rsu Fiom di Ast spiegano di «condividere quanto sostenuto dalla Cgil, che ha sempre ritenuto fondamentale promuovere l’occupazione femminile, soprattutto in un territorio connotato da una forte presenza dell’industria manifatturiera». «A Terni – continua la nota – abbiamo bisogno di una pluralità di strumenti per favorire il lavoro delle donne, soprattutto nel tessuto produttivo industriale, dove manca ancora una cultura radicata di pari opportunità. Riteniamo che laddove sussistono le condizioni per valorizzare il lavoro femminile, queste andrebbero colte da parte delle aziende e capitalizzate, per garantire condizioni di reale uguaglianza».

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