Ast, le api diventano ‘sentinelle’ della qualità dell’aria

Terni – Nuovo progetto promosso dall’acciaieria con l’Università di Perugia, 20 alveari in azienda per studiare la dispersione degli inquinanti

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di F.L.

Installare una serie di alveari all’interno dell’acciaieria e trasformare le api in preziosi alleati per l’individuazione dei tassi di inquinamento nell’atmosfera, in piccole centraline di monitoraggio per raccogliere dati importanti sulla qualità dell’ambiente nel territorio. È l’idea innovativa realizzata da Acciai Speciali Terni, al cui interno sono stati installati due apiari costituiti da 10 alveari ciascuno con colonie di api italiane autoctone di Apis mellifera ligustica certificate, le più indicate per perlustrare il territorio circostante, reperire dall’ambiente l’eventuale dispersione degli inquinanti nella conca ternana e individuare così le aree sensibili per lo sviluppo di una rete di monitoraggio.

Menecali e Calderini

Scelti due punti ‘sensibili’

Giovedì mattina, in azienda, la presentazione del progetto – il primo in Italia in un’area industriale, forse anche in Europa – voluto fortemente dal direttore di stabilimento dell’Ast, l’ingegner Massimo Calderini. Con lui c’erano anche l’ingegner Dimitri Menecali, che dal 1° marzo prenderà il suo posto, l’ingegner Fernando Camponi, responsabile per il dipartimento Ambiente e sicurezza di Ast, il professor Tiziano Gardi e il dottor Marco Petrarchini, membri della Federazione Apicoltori italiani. L’obiettivo è dunque quello di monitorare – grazie a campionamenti che verranno svolti tre volte l’anno – lo stato dell’aria attraverso la raccolta degli inquinanti che le api fanno nella loro azione di volo per raccogliere nettare e polline. Scelte non a caso, per l’installazione degli alveari, due delle aree più sensibili per il processo produttivo, vicino ai forni elettrici e al parco scorie

I dettagli

Sono diversi i progetti che hanno previsto l’utilizzo delle api come ‘sentinelle dell’ambiente’ nel mondo: a Bologna, a Roma, a Vancouver, addirittura a Chernobyl le api sono state ingaggiate per capire lo stato del territorio dopo il disastro nucleare. O ancora, dal 2006, le api hanno vigilano sull’inquinamento atmosferico all’aeroporto tedesco di Francoforte, il quarto scalo aereo più trafficato d’Europa. A Terni però è la prima volta che un tale esperimento viene realizzato all’interno di un’acciaieria per monitorare la qualità dell’aria e sviluppare soluzioni innovative per lo studio della dispersione degli inquinanti in atmosfera. Oggi il monitoraggio è divenuto più sofisticato e gli insetti non subiscono alcun danno per fornire informazioni: basta analizzare il polline raccolto e il miele e la cera prodotti. E dal momento che questi imenotteri visitano migliaia di fiori in un solo giorno, di solito in un raggio stretto di fino a 3 km attorno alla loro casa, sono in grado di restituire un sistema di valutazione fortemente localizzato. Per realizzare questo progetto, l’Ast ha stretto un’intesa con il dipartimento di chimica, biologia e biotecnologie dell’Università degli studi di Perugia, dove sono presenti competenze e infrastrutture adeguate a tale monitoraggio. Due i campionamenti già effettuati, a breve dovrebbero essere disponibili i primi dati.

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