Caso favismo a Terni, stop a coltivazione

Ordinanza di Cufalo per salvaguardare la salute di un bambino: coinvolte le aree di via dell’Annunziata e via Filzi, niente fave e piselli

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L’area del divieto in centro

Coltivazioni di fave e piselli off-limits in due aree di Terni, le zone circostanti via Filzi e via dell’Annunziata. Motivazione? Un caso di favismo che coinvolge un bambino frequentante la scuola dell’infanzia ‘Guglielmi’: il commissario straordinario Antonino Cufalo ha firmato l’ordinanza che vieta la coltura delle due specie leguminose.

Il provvedimento è necessario perché i soggetti affetti dalla sindrome di favismo – deficit enzima G6PD, il glucosio fosfato deidrogenasi – possono avere crisi emolitiche anche con la mera inalazione del pollini di fave e piselli. L’ordinanza arriva dopo due certificazioni distinte in merito alla sindrome del piccolo: la prima è del dottor Maurizio Canaglia dell’azienda ospedaliera di Perugia e la seconda della dottoressa Patrizia Rea.

L’area coinvolta vicino a via Filzi

La decisione arriva perché è «ritenuto che la libera iniziativa dei privati, economica e non, possa e debba essere limitata per motivi gravi di interesse generale, e dato atto the l’esigenza di tutelare la salute pubblica, ancorché di un unico soggetto, costituisce interesse generale da soddisfare». L’ordinanza vieta dunque la coltivazione di fave e piselli nel raggio di 300 metri da via Filzi e 150 metri a via dell’Annunziata; nella scuola ‘Guglielmi’ ovviamente non potranno essere introdotti. Per que che concerne le attività commerciali, il provvedimento indica che sono tenute «a tenere in condizioni di preconfezionamento in contenitori chiusi le leguminose specificate». Già nel 2017 era stato imposto lo stop in zona Cesure per la stessa motivazione.

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