‘Città della salute’, tra milioni e incertezze

Terni, manifestazioni di interesse dal gruppo Pizzarotti e da due ternani: resta il dubbio Pessina

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Tre sono sicure, ma la quarta sarebbe in arrivo. Anche se non si riesce a capire bene quale sia il termine ultimo entro il quale le manifestazioni di interesse per la nascitura ‘Città della salute’ di Terni debbano essere presentate.

Il direttore generale dell'Usl2, Sandro Fratini

Il direttore generale dell’Usl2, Sandro Fratini

Dieci mesi Già, perché i dieci mesi – sei più quattro – concessi alle imprese per presentarle sarebbero agli sgoccioli (quacuno dice già scaduti), ma verificarlo non è possibile: «Sa che davvero non ricordo quale sia il giorno esatto in cui abbiamo deliberato – dice il direttore generale, Sandro Fratini – e dal quale decorrono i termini? Dovrebbe comunque essere tutto sul sito istituzionale». Dove però non c’è. Come non c’è – o almeno noi non siamo stati capaci di trovare – il piano triennale del lavori, nel quale il progetto della ‘Città della salute’ dovrebbe essere inserito. Ma tant’è.

Chi c’è Al momento, comunque, sarebbero tre le manifestazioni di interesse pervenute: una del gruppo Pizzarotti di Parma, un autentico colosso, del settore e non solo – una holding da 300 milioni di capitale sociale – e due da Rti (Raggruppamenti temporanei di imprese) locali: il primo è composto da Cosp Tecno Service e All Foods – «nessun problema a dire che la nostra proposta è stata depositata – conferma Massimo Piacenti, amministratore delegato di All Foods – mentre non posso parlarle dei dettagli per un comprensibile riserbo, dovuto al fatto che siamo in attesa di sapere quale esito avrà»; mentre il secondo vede la presenza di otto imprese locali – «che hanno avanzato la propria candidatura – conferma Giuseppe Flamini, titolare di una di esse – e sono pronte a mettere a disposizione la propria esperienza» – affiancate, si dice, da un importante fondo di investimento che metterebbe, invece, a disposizione i capitali.

Un'ipotesi progettuale

Un’ipotesi progettuale

Chi ci potrebbe essere Un quarto competitor, però, potrebbe essere il gruppo Pessina – sì, quello che attraverso Norda sta gestendo la Sangemini – di cui si era da tempo parlato come uno dei soggetti interessati alla realizzazione della ‘Città della salute’ ternana, ma «l’ufficio tecnico in questo periodo è molto impegnato nella chisura di alcuni progetti – ci dice una cortese signora al telefono da Milano – e al momento non posso passarle nessuno».

La ‘Città della salute’ Ma forse, a questo punto, sarà bene ricordare di cosa si parla: «Una struttura – era stato detto quando lo studio di fattibilità venne presentato, un anno e mezzo fa – dove saranno ubicati tutti i servizi sanitari e gli uffici che attualmente sono dislocati in più stabili situati in zone diverse della città. La localizzazione del progetto individua nell’area ex ‘Sim’ (il Servizio igiene mentale; ndr) la sede idonea».

L’idea L’ipotesi progettuale, spiegava la Usl2, «prevede una parte di fabbricato di tre piani dove saranno ubicati tutti i servizi sanitari maggiormente utilizzati dal pubblico, mentre nella zona di snodo dell’immobile di cinque piani, saranno ubicati prevalentemente uffici». Ma anche attività commerciali a piano terra, una sala conferenze al primo piano e una foresteria. Infine, «all’interno del progetto, sono previsti due parcheggi per un totale di circa 1.300 posti auto».

L’appalto L’opera, si precisava, «sarà realizzata attraverso la modalità dell’appalto in concessione, per individuare un soggetto in grado di realizzare tutto il complesso con risorse proprie e di gestire successivamente, per un determinato periodo (solo dai parcheggi a pagamento si ipotizzava un incasso di circa un milione di euro all’anno; ndr), oltre alla struttura anche la fornitura di alcuni servizi come pulizie, fornitura dell’energia e la gestione dei parcheggi. L’importo complessivo presunto di realizzazione dell’intervento ammonta a circa 20 milioni di euro. Considerando le forme e le fonti di finanziamento diretto della Asl, si potrà immaginare un ‘Progect financing’ di circa 12 milioni di euro in 25 anni».

Il futuro A questo punto non restano da sciogliere che un paio di piccoli nodi. Il primo è quello della data di scadenzadei termini di presentazione delle manifestazioni di interesse. Il secondo è quello sul come si scegliereà chi farà tutto l’ambaradan: «Nomineremo una commissone di esperti, a livello nazionale – dice il direttore Fratini – alla quale affidermo l’incarico di selezionare il progetto migliore. E faremo una conferenza stampa per illustrare tutto». Magari, nel frattempo, avranno pure sistemato il sito internet.

 

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