Covid19, tre aziende uniscono le forze per fare mascherine

Lavorano nel settore tessile. Sono di Spello, Foligno e Città di Castello

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Mettendo a frutto la propria esperienza nel campo della moda, tre aziende tessili umbre si sono messe al lavoro per produrre mascherine da destinare a farmacie, commercianti e clienti. Si tratta di Badiali Cashmere (Foligno), Roscini Atelier-Pattern (Spello) e Confezioni Gap (Città di Castello), che hanno deciso di rispondere in maniera sinergica all’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus. Le tre aziende fanno parte della sezione tessile-abbigliamento di Confindustria Umbria e hanno già avviato la produzione delle mascherine, che saranno consegnate già dalla prossima settimana.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

Mascherine filtranti realizzate in deroga

«Si tratta – sottolinea Leonardo Mazzocchio, amministratore delegato di Badiali Cashmere – di mascherine filtranti a scopo precauzionale ad uso della collettività che, come previsto dal decreto ‘Cura Italia’, vengono prodotte in deroga alle normative vigenti. Non si tratta quindi né di dispositivi medici né di dispositivi di protezione individuale». Per contenere il contagio da Covid-19, infatti, è stata introdotta una categoria speciale di presidi, le mascherine per la collettività appunto, che possono essere utilizzate a scopo precauzionale dagli «individui presenti sul territorio nazionale» benché prive del marchio CE e prodotte in deroga alle vigenti norme sull’immissione in commercio.

Azione sinergica

Il piano di azione è ben strutturato: Confezioni Gap, azienda specializzata nella progettazione di prototipi campioni e nella produzione di camicie uomo e donna per brand del lusso italiani e esteri, realizzerà insieme a Roscini Atelier-Pattern, specializzata nelle fasi modellistiche prototipali e produttive di capi di qualità, due diversi tipi di mascherine in cotone, utilizzando i materiali già disponibili nei propri stabilimenti. Mentre Badiali Cashmere, brand del cashmere made in Italy, si occuperà della parte commerciale. «Le mascherine, sulla cui confezione saranno riportate le corrette informazioni d’uso, saranno consegnate – spiega Leonardo Mazzocchio – alle farmacie locali e in parte donate. Successivamente, saranno regalate ai commercianti delle località in cui le aziende hanno i propri punti vendita. Una parte, infine, sarà ricamata e, alla riapertura delle attività, regalata alla clientela».

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