Geotermia, polemiche su convegno a Perugia

Le associazioni che si oppongono al progetto sull’Alfina si dicono sconcertate e rivolgono un nuovo appello alla Regione

Condividi questo articolo su

del Coordinamento associazioni Orvietano, Tuscia e Lago di Bolsena

Apprendiamo con sconcerto che ieri 6 ottobre si è tenuto a Perugia a Villa Colombella, sede del Segretariato UN WWAP Unesco, un incontro dal titolo “Sfide e prospettive della gestione delle risorse idriche e geotermiche nei sistemi carbonatici e torbidici. Esempi e casi studio” organizzato dalla Regione Umbria ed altri enti.

Sconcerto perché coordinati dall’ingegner Viterbo, dirigente della Regione Umbria che ha rilasciato tutti i pareri positivi all’impianto Geotermico della ITW-LKW, hanno partecipato a questo incontro Franco Barberi (progettista dell’impianto), Alberto Bottai e Maria Luisa Carapezza (responsabile delle relazioni e degli studi condotti dall’INGV sul territorio di Castel Giorgio e Torre Alfina, come noto moglie di Franco Barberi progettista dell’impianto!) con una relazione dal titolo “Progetti pilota di Castel Giorgio e Torre Alfina (Italia Centrale) senza emissioni in atmosfera e con monitoraggio geochimico e geofisico del sistema geotermico”.

Sconcerto perché in tutti questi anni abbiamo portato alla luce tutto ciò che c’è dietro questo progetto: dagli studi che contraddicono quanto detto dagli esperti di parte, agli enormi conflitti di interesse (vedi i relatori di oggi), alla totale inesperienza della ditta in questo ambito. Abbiamo sollevato fortissime perplessità, suffragate da esperti di primissimo ordine, sul rischio di inquinamento delle falde acquifere e sull’impatto di questo impianto in una zona già a rischio sismico. Vorremmo sottolineare inoltre che lo scorso maggio c’è stato un forte evento sismico con epicentro proprio nell’area dove si vorrebbero realizzare i pozzi geotermici.

Sconcerto perché la Regione ancora prende in considerazione questo impianto, dopo infatti la sollevazione popolare che ha portato 25 sindaci a firmare un atto che afferma chiaramente che in questo territorio non c’è spazio per questa speculazione (ma che c’è un progetto di sviluppo che può solo che essere danneggiato da questa tipologia di impianti), 2 consigli regionali che hanno espresso motivata contrarietà alla realizzazione dei due impianti, la stessa Regione Umbria che con DGR n. 736 del 29/6/2016 ha chiaramente detto che l’intesa con il MISE, e quindi la realizzazione dell’impianto, non può prescindere da un accordo con i comuni interessati.

In teoria già questo potrebbe bastare, vedi i 25 sindaci contrari. Ma la Regione è andata oltre ed ha chiesto al MISE di verificare la possibilità di una mediazione. Questa prassi anomala ha comunque permesso di ribadire direttamente ai dirigenti del MISE-che ha acquisito tale posizione- la netta contrarietà di tutto il comprensorio Orvietano e dei comuni dell’Alta Tuscia alla realizzazione dell’impianto.

Sconcerto perché sul sito della Regione la comunicazione dell’incontro è del 5 Ottobre…appena appena prima che iniziasse! Nel 2013 analoga iniziativa non fu ben accolta da Associazioni, Comitati e Cittadini: ecco uno stralcio del comunicato stampa dell’epoca che resta comunque molto attuale: ”Questa impostazione del convegno rappresenta uno schiaffo alle popolazioni, alle associazioni ed alle forze politiche delle zone interessate. Quando gli amministratori pubblici cominceranno a fare in modo equilibrato gli interessi dell’economia, della salute, delle popolazioni e del territorio? Noi pensavamo fosse questo il compito di una Giunta regionale. Non capiamo perché i cittadini debbano occupare il loro tempo prezioso a difendere se stessi e i loro territori proprio da quegli amministratori che dovrebbero salvaguardarli. Come sarà accolto chi tornerà a chiedere voti in queste zone?”

Sconcerto perché sul sito della Regione nella presentazione dell’incontro si legge “Lo sviluppo di progetti di utilizzo di tali risorse richiede il consenso ed il controllo della pubblica amministrazione con l’accettazione delle amministrazioni locali, della popolazione oltre che delle associazioni presenti nel territorio” e quindi non capiamo perché ancora si debba parlare e si debba far parlare di questo progetto.

Dobbiamo ricordare i Consigli Regionali contrari? Dobbiamo ricordare l’atto di contrarietà firmato dai 25 sindaci? Dobbiamo ricordare le decine di Associazioni e Comitati che si sono mobilitati? Dobbiamo ricordare i cittadini che non hanno mai creduto alle false promesse di posti di lavoro o di sviluppo?

Sconcerto perché ad oggi la Regione ancora non ha negato l’intesa al MISE.

Presidente Marini e Assessore Cecchini: basta sconcerto, negate finalmente l’intesa!

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli