Incendio Gsi, scatta ordinanza a Calvi

Il denso fumo nero sprigionatosi dal rogo di Gallese Scalo (Viterbo) è giunto fino ai comuni di Otricoli, Calvi e Narni. Grillini firma il documento

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Devastante incendio nell’azienda Gsi di Gallese Scalo, fra Orte e Civita Castellana in provincia di Viterbo. È divampato lunedì mattina e vede impegnate – per venirne a capo – più squadre dei vigili del fuoco, presso la struttura che produce apparecchi sanitari per l’arredo bagno, una delle principali del distretto industriale della zona. Il denso fumo nero sprigionatosi dal rogo, oltre ad essere ben percepibile all’olfatto e visibile da chilometri di distanza, è arrivato – spinto dal vento – fino ai territori comunali umbri di Otricoli, Calvi dell’Umbria e Narni. Tanto che alcuni sindaci, come quello di Otricoli Antonio Liberati, hanno raccomandanto alla popolazione di tenere le finestre chiuse in attesa di nuove ed ulteriori disposizioni sul piano sanitario ed ambientale. Anche il sindaco di Narni, Francesco De Rebotti, fa sapere che il Comune «sta verificando la situazione scaturita dell’incendio di questa mattina nel comune di Gallese».

Liberati: «Ritengo che l’emergenza sia conclusa»

Nel primo pomeriggio di lunedì, il primo cittadino di Otricoli, Liberati, ha diffuso il seguente messaggio ai cittadini: «Poiché l’Arpa non mi ha fatto sapere nulla, in considerazione della situazione apparentemente sotto controllo e, soprattutto, della presenza di aria limpida, ritengo che l’emergenza paventata questa mattina inerente l’incendio di Gallese possa ritenersi conclusa».

Ordinanza a Calvi dell’Umbria

Situazione diversa a Calvi dell’Umbria, dove il sindaco Guido Grillini ha emanato un’ordinanza specifica: «In conseguenza di tale fenomeno si sta verificando una situazione di emergenza per il rischio di coinvolgimento della popolazione e delle abitazioni, nonché delle infrastrutture pubbliche e private. Esiste il pericolo di un diretto coinvolgimento della cittadinanza per le esalazioni che potrebbero verificarsi, che rende improcrastinabile un intervento cautelativo di messa in sicurezza della popolazione interessata e considerato di dover provvedere nel merito, stante l’esigenza di tutelare la salute pubblica». Dunque si ordina «di mantenere la chiusura di porte e finestre delle abitazioni e delle attività commerciali, industriali e di servizi, al fine di prevenire un possibile passaggio di inquinanti, compresi gli impianti di areazione forzata (condizionatori ed impianti di aria condizionata) fino a cessato allarme. È inoltre fatto divieto di svolgere manifestazioni ludico-sportive o altri eventi programmati all’aperto e di esporre prodotti alimentari fuori degli esercizi di vendita. Divieto anche, in attesa di acquisire le rilevazioni dagli enti competenti, di raccolta, e conseguente consumo, di frutta e verdura». La situazione è poi tornata alla normalità.

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