Ospedale Terni, Rsu: «Ecco la triste realtà. Solidarietà ai pazienti»

Si espongono i componenti e la Fp Cgil: «Loro ed il personale vittime del sistema»

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Rsu dell’azienda ospedaliera e Fp Cgil. Sono loro nella giornata di giovedì ad attaccare in merito alla situazione del ‘Santa Maria’ di Terni dopo i disagi verificatisi negli ultimi giorni.

PROBLEMI AL SANTA MARIA, L’ULTIMA DENUNCIA

Luca Coletto

Rsu, solidarietà e triste realtà

I componenti rsu si espongono per esprimere «solidarietà ai pazienti affluiti al pronto soccorso in questi ultimi giorni e nel contempo siamo grati ai nostri colleghi che ogni giorno, pur con le difficoltà più volte evidenziate anche dai giornali, svolgono con dignità il proprio lavoro in questa azienda. Questa volta non ci basta prendere atto di quello che avviene nel maggiore ospedale del territorio ternano; questa volta ci esponiamo e diciamo la nostra. Da anni stiamo chiedendo il personale necessario per far funzionare al meglio il nosocomio che negli anni passati costituiva un punto di attrazione per le regioni limitrofe per l’alta specialità e per la qualità della gestione dei pazienti: rappresentava un esempio per le altre aziende sanitarie.  Oggi siamo di fronte ad un’altra realtà. Il Covid ci ha travolto e, nonostante ciò, noi operatori con tenacia e dedizione abbiamo svolto la nostra attività salvando vite e sostenendoci l’un l’altro. È stato l’inizio di un calvario. A testimonianza di ciò sono le cronache giornaliere. Noi operatori del settore e voi utenti siamo le vittime di un sistema che non funziona più o che forse qualcuno non vuol far funzionare. Basti pensare che nella nostra provincia non esiste più un filtro territoriale che permetta al pronto soccorso di gestire un numero congruo di pazienti cosi di offrire un servizio qualitativo corrispondente ai bisogni di ciascuno. Allora cosa succede? Si verifica un afflusso al pronto soccorso ingestibile che mette in crisi tutto il nostro sistema ospedaliero. I racconti dei giornali si fermano qui, ma la storia prosegue: letti sui corridoi, chiusura di qualche reparto di chirurgia per far spazio alle medicine con conseguente prolungamento dei tempi di attesa per gli interventi chirurgici, aumento del carico di lavoro per tutto il personale sanitario e non, sempre più insufficiente e stremato da anni di pandemia. Queste poche parole costituiscono una presa d’atto della nostra triste realtà voluta da una regione sorda e da un assessore assente, e una richiesta di aiuto alla cittadinanza e alle istituzioni tutte, perché – concludono – crediamo che si possa pretendere un servizio sanitario pubblico, costituzionalmente garantito, in cui il personale motivato possa lavorare in modo sereno e proficuo».

CHIRURGIA PEDIATRICA: IL SANTA MARIA SI APPOGGIA A PERUGIA

Fp Cgil: «Mancata integrazione con il territorio»

Poco prima era stata la Fp Cgil a dire la sua: «Leggiamo da note stampa denunce di familiari e utenti, giustamente stanchi della mala gestio della sanità in Umbria e nello specifico dello stazionamento in Pronto soccorso per giorni. Come organizzazione sindacale ormai da anni denunciamo la disorganizzazione delle reti ospedaliere e la mancata integrazione con il territorio. Liste di attesa per la prevenzione, per interventi chirurgici, mancanza di posti letto, carenza di organici, strutture che necessitano lavori di manutenzione e per quanto riguarda l’azienda ospedaliera, l’urgenza della realizzazione di un nuovo ospedale per Terni, che richiede una rapida decisione. Anche perché dalla fase di progettazione fino al completamento dei lavori occorrerà un lasso di tempo piuttosto lungo, anche in relazione alla scelta dei finanziamenti che verranno utilizzati. Positiva l’attenzione della politica, ma occorre mettere in campo quanto prima azioni concrete in grado di risolvere le emergenze, come l’adeguamento dei locali del pronto soccorso, del laboratorio analisi, l’avvio immediato dei lavori per la climatizzazione, in previsione della prossima estate e interventi strutturali generali. La Cgil ha sempre espresso la propria contrarietà all’utilizzo del project-financing, ribadendo l’opportunità di utilizzare fondi pubblici, così come avvenuto per tutte le altre strutture ospedaliere regionali. In riferimento al personale sono mesi che nei tavoli di trattativa discutiamo della corretta applicazione contrattuale per il conferimento degli incarichi, affinché venga riconosciuto il lavoro fatto da chi in questi anni ha coordinato i reparti, avviando contestualmente le procedure previste nei tanti reparti privi di coordinatori, favorendo la crescita professionale di una nuova generazione dei professionisti della salute. Ma nonostante la posizione da noi espressa, sostenuta anche dai pareri dell’Aran – continua il sindacato – si è creata nelle aziende una situazione di stallo del tutto incomprensibile. Non è più accettabile questa situazione di stallo – conclude il sindacato – il personale sanitario merita rispetto. Stiamo vivendo una situazione di massima emergenza anche in termini di sicurezza sul lavoro, le mancate assunzioni impediscono adeguati riposi e impongono turni di lavoro massacranti, è necessario procedere rapidamente con la stabilizzazione del personale rispettando l’accordo sindacale tra le organizzazioni dei lavoratori e la Regione, implementando il personale di tutte le figure professionali presenti nelle strutture sanitarie. È il momento di agire rapidamente con scelte politiche in grado di rispondere in maniera qualificata ai bisogni dei lavoratori e dei cittadini, che non riescono più ad avere servizi adeguati dalle strutture pubbliche».

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