Parapiglia al Corso: «Sono perseguitato»

Terni, non uno sguardo di troppo o una richiesta di elemosina respinta dietro l’episodio di lunedì. Piuttosto due precedenti inquietanti

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Assume contorni decisamente inquietanti il parapiglia che nel tardo pomeriggio di lunedì 25 febbraio si è scatenato in corso Tacito. Protagonisti di quella che sembrava ‘solo’ una violenta lite, un 73enne, una donna e il suo fidanzato – tutti ternani – con i primi due trasportati in ospedale dagli operatori del 118. Una gazzarra – con intervento sul posto di polizia locale e polizia di Stato – che non sarebbe però legata ad uno ‘sguardo di troppo’, come emerso in un primo momento, o a una richiesta di elemosina respinta. Bensì a qualcosa di diverso, stando a due episodi precedenti – per molti versi analoghi ed entrambi denunciati alle autorità competenti – che avrebbero interessato le stesse persone di lunedì. Materiale al vaglio della polizia di Stato e quindi della procura di Terni.

Spintonato in via Battisti: spalla rotta

Il primo episodio risale alla sera dello scorso 30 ottobre. Il 73enne stava passeggiando in via Battisti, impegnato a parlare al telefono con la figlia, quando era stato avvicinato dai due che chiedevano soldi. Importunato, li aveva invitati con un chiaro gesto ad andarsene ma i due, per tutta risposta, stando a quanto denunciato, avevano iniziato a seguirlo per poi spintonarlo facendolo cadere a terra. Infine si erano dileguati, con l’anziano soccorso da alcuni passanti e costretto al ricovero in ospedale – con successiva operazione chirurgica – per aver riportato la frattura di una spalla.

«Sì sì, è lui»

Dopo l’intervento, il 73enne era stato dimesso dal ‘Santa Maria’ il 9 novembre. Il pomeriggio dello stesso giorno, passeggiando per corso Tacito, si era imbattuto in due giovani a cui inizialmente non aveva dato particolare attenzione. Poi, sentendoli pronunciare chiaramente «sì sì, è lui», aveva capito tutto: erano gli stessi che la settimana prima lo avevano fatto cadere. Rapidamente, l’anziano si era ‘rintanato’ presso una gioielleria con la coppia pronta ad inveire contro di lui («è quel vecchio che m’ha dato un calcio» urlava la ragazza) e ad entrare nel negozio dove il titolare li aveva subito allontanati, chiamando poi i carabinieri.

«Volevo scusarmi con te», poi il pugno

Già questo basterebbe a togliere serenità a chi, suo malgrado, si trova vivere certe situazioni sulla propria pelle. Poi, però, è arrivato il terzo episodio. Quello del pomeriggio del 25 febbraio sempre lungo il corso. Il 73enne ha riferito alla polizia di essere stato avvicinato da un tipo che gli ha porto la mano: «Volevo scusarmi con te». Subito ha capito che si trattava del ‘solito’ giovane e l’agitazione lo ha assalito. Inutile il tentativo di allontanarsi alla svelta: il tipo lo avrebbe colpito con un pugno facendolo cadere ancora una volta a terra. Ad aiutarlo, alcuni passanti che lo hanno ‘messo al sicuro’ nei locali di una libreria dove è stato poi soccorso dal 118 e trasportato in ospedale dove i sanitari hanno riscontrato lesioni guaribili in 10 giorni.

«Ho paura ad uscire di casa»

Anche l’ultimo episodio è finito all’attenzione della polizia di Stato, che conosce da tempo i due giovani – entrambi sulla trentina – e ora l’anziano è più impaurito che mai: «Per me, adesso, è anche impossibile fare una passeggiata in centro da solo – racconta – senza avere addosso l’ansia che qualcuno mi aggredisca. Sono uscito di nuovo una volta ma accompagnato e stando attento a chi incontro per strada. Mi assale il nervosismo e vivere così, da perseguitato, è difficile. Spero solo che, chi di dovere, prenda i provvedimenti necessari».

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