Perugia, ex Lanificio: progetto misterioso

Presentato ‘Generarium’, per il rilancio della storica struttura di Ponte Felcino. Bello, ma c’è silenzio sui finanziatori e i partner

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Il progetto c’è. Ed è in bella mostra nei saloni dell’ex Lanificio di Ponte Felcino, aperti al pubblico in occasione di un incontro con le piccole e medie imprese del territorio. Ma sul resto c’è mistero.

Perugia ex Lanificio Ponte Felcino

Progetto Generarium

Stretto riserbo Non rivelano nulla i responsabili del piano di rilancio della storica fabbrica alla periferia di Perugia, ribattezzato ‘Generarium’. Non concedono interviste. E pure lontano dai microfoni si sbottonano poco con i giornalisti. Finché si parla in linea teorica le parole corrono veloci, ma quando si arriva alle cose concrete, alle domande tecniche, tutti si trincerano dietro il riserbo industriale. Un riserbo strettissimo, che unisce il promotore e teorico del progetto, l’ingegnere Maurizio Commodi, e i più vicini partner, gli imprenditori locali della famiglia Pontani.

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L’ex Lanificio in un affresco

Il resto è marketing Ci sono i volantini, molto eleganti, pieni di parole inglesi e termini evocativi: spiegano che l’ex lanificio diventerà un centro urbano produttivo. Parole chiave: spazio, idee, futuro. Sarà un concept inside, uno spazio per idee e imprese generative che faranno co-working, incubazione, formazione, co-produzione, vendita, impatto sociale. Poi l’appello per possibili partner. E lo slogan, pure questo in inglese: accelerating ideas. Il numero di cellulare per i contatti diretti é di Gianmarco Pontani mentre il fisso fa riferimento ad una società locale attiva nel settore dell’energia alternativa.

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Maurizio Commodi

Team tecnico C’è una bellissima planimetria in cui vengono illustrati i possibili sviluppi – commerciali e non – dell’ex Lanificio. E sul mega poster con il progetto c’è anche il prospetto dei tecnici, da cui si apprende che project manager è lo stesso Commodi: un nome di spicco dell’edilizia internazionale, che con la sua società ha realizzato molti lavori di riqualificazione urbana, in Umbria ma non solo. Il progetto architettonico è curato da Enrico Rossi, Gino Puletti e Paolo Vinti, quello strutturale da Fabrizio Rossi, gli impianti da Mario Lucarelli, le infrastrutture da Maurizio Serafini. Responsabile per la geologia è Livio Fioroni, per la topografia Giuliano Rugini.

Perugia ex Lanificio Ponte Felcino Il comunicato Poi c’è la nota stampa inviata dal Comune di Perugia, che invitava a partecipare all’evento – nel pomeriggio di mercoledì – nel quale sarebbero state illustrate «le fasi già attuate del progetto, con una mostra fotografica e un tour guidato aperto a tutti». Quindi – prometteva il comunicato – sarebbero state spiegate le fasi successive «nelle quali si svilupperà il percorso per i prossimi due anni, durante i quali molte persone e imprese che condivideranno la filosofia del nuovo format dell’ex Lanificio saranno chiamate a far parte di una community generativa che si candida a diventare uno dei più importanti centri di innovazione della nostra Regione».

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Polvere di lana

Chi paga? Il progetto, a quanto si è capito, si basa sull’aggregazione di una comunità di aziende e persone chiamate a collaborare in uno spazio comune, «facendo rete», come si dice. Il tutto in un contesto fortemente simbolico nel quale verrà creato un mini centro urbano, laddove sorgeva una periferia dismessa. Non si capisce però chi finanzia la riqualificazione della struttura, che in verità non è messa malissimo, ma comunque ha bisogno di una rimessa a nuovo. Forse la multinazionale dell’abbigliamento proprietaria dell’immobile (Les Copains Holding Spa è committente del progetto). Forse arriverà un finanziamento pubblico. Forse ci metteranno i soldi le attività commerciali che utilizzeranno gli spazi. Ufficialmente non si sa. E a precisa domanda c’è il solito riferimento al riserbo industriale: «Al momento dovuto spiegheremo tutto».

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Foto dall’interno

Un mini-borgo Nell’ampio atrio di ingresso di quella che fu la fabbrica tessile, preceduti da una breve galleria di immagini storiche, prendono forma i grandi disegni che rappresentano quello che senza dubbio si presenta come un progetto ambizioso. «La nuova vita dell’ex Lanificio – continua il comunicato – con i suoi oltre 20 mila metri quadrati di edifici postindustriali ed oltre 70 mila metri quadrati di aree verdi, vede la presenza di molteplici tipologie di attività che convivono e a volte condividono gli stessi spazi». Ci saranno i ‘nuovi professionisti dell’era digitale’, insieme agli artigiani delle produzioni tipiche del territorio, piccoli produttori che venderanno direttamente i propri manufatti negli spacci commerciali, locali di ritrovo, ristoranti affacciati sulle piazzette lungo il fiume, un teatro per l’arte, la musica e poi grandi spazi verdi connessi al Percorso Verde lungo il Tevere. In altre parole una sorta di villaggio produttivo multifunzionale dove si sviluppano nuove idee, dove produrre e comprare, consumare, fare attività all’aria aperta o semplicemente ritrovarsi. Un centro quindi con funzione economica ma anche e soprattutto un centro aperto di aggregazione sociale.

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Foto d’epoca

Come una volta «Ci siamo ispirati alla nostra secolare tradizione urbanistica – sottolinea Maurizio Commodi – fino a pochi decenni addietro nei nostri centri storici convivevano fabbri, sarti, ceramisti, insieme con i banchieri, i mercanti, gli intellettuali, gli artisti. Erano centri meravigliosi, oltre che straordinariamente creativi e produttivi: con la nuova vita dell’ex Lanificio vorremmo recuperare quello spirito urbano perduto e soprattutto i suoi caratteri di creatività. Siamo convinti che questo modello di innovazione, basato sulle reti sociali e su una comunità territoriale, può essere una valida risposta competitiva soprattutto in tempi di mercati globalizzati».

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Visione suggestiva

Società benefit Il progetto – fanno sapere ancora i promotori – si ispira a chiari principi di economia sociale di mercato, ovvero a quella linea di pensiero contemporanea che unisce i normali principi di impresa con la realizzazione di un impatto sociale positivo. Per questo motivo la società che svilupperà il progetto ha una forma giuridica speciale: si tratta di una «Società Benefit», ovvero di una nuova forma societaria, introdotta di recente in Italia, nella quale oltre al bilancio economico, a fine anno, si deve fare anche un bilancio delle ricadute sociali ed ambientali che l’impresa ha realizzato sul territorio.

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Vista sul Tevere

Impegno sociale «Anche da questo punto di vista – proseguono i manager del progetto – ricalchiamo la traccia di una tradizione ben radicata sul territorio. In particolare la storia del Lanificio di Ponte Felcino si è distinta per oltre un secolo nel forte impegno sociale verso la comunità circostante. Questo impegno non è solo dare lavoro e realizzare opere pubbliche è soprattutto formare le persone e sviluppare conoscenze che oggi ritroviamo diffuse, e preziosissime, nel distretto del tessile umbro. Oggi i problemi della società sono differenti rispetto a quelli di un tempo ma il principio della responsabilità sociale dell’impresa è lo stesso».

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Maurizio Commodi

Il concetto ‘Generarium’ Con queste parole, lo stesso Commodi aveva spiegato il concetto a Roberto Leonardi, segretario generale della Fondazione per l’innovazione del terzo settore (Fits), che ne è partner: «Generarium è un ‘concetto di rigenerazione urbana’, un luogo dove si concentrano le energie generative di un territorio, dove trovano lo spazio e le condizioni per attecchire e crescere e poi una volta cresciute fertilizzare anche il territorio che hanno intorno. Un concetto sistemico, dove tutte le parti interagiscono fra loro in modo da scambiarsi informazioni, contenuti, valori, in questo modo si rafforzano l’una con l’altra».

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Un dettaglio del progetto

Generarium a Perugia Nel capoluogo umbro – continuava Commodi – il progetto si concretizza nella «rigenerazione di un immobile dismesso, un’antica fabbrica tessile (l’ex Lanificio di Ponte Felcino appunto), il che porta con sé anche una componente di archeologia industriale; su questo progetto noi pensiamo di far crescere una comunità. Non sono ammessi a far parte della comunità coloro che non sono generativi, che non sono abbastanza adulti da saper donare una parte del valore che creano, quindi ci saranno una serie di meccanismi di compensazione del valore creato rispetto all’ecosistema circostante». In parole povere – se abbiamo decrittato bene le metafore – una parte del guadagno delle attività che prenderanno piede nell’ex Lanificio dovrà essere dato poi alla società che ha creato il progetto.

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La struttura fra gli alberi

Imprese riunite La presentazione del pomeriggio era stata preceduta, in mattinata, dall’evento «Boost your business» promosso da Facebook, che ha riunito oltre 700 rappresentanti di piccole e medie imprese, insieme a giovani imprenditori umbri. Un progetto formativo promosso e organizzato dal celebre social network in diversi paesi europei per educare le Pmi all’uso dei social media e supportarle nell’uso efficace delle risorse messe a disposizione da Facebook a sostegno del business. Al centro dell’appuntamento perugino, realizzato in collaborazione con il gruppo Giovani Confcommercio Umbria e prima tappa italiana per il colosso social, si è discusso anche delle difficoltà causate dal terremoto all’economia umbra. Proprio l’evento della mattina ha poi indotto i responsabili del progetto ‘Generarium’ alla presentazione pomeridiana del piano di rilancio dell’ex Lanificio di Ponte Felcino.

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