Perugia: «Il ‘verde’ come campi da arare»

Giampiero Tamburi, coordinatore di ‘Perugia: Social City’ critico sull’affidamento della manutenzione da parte del Comune all’Afor

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Giampiero Tamburi

di Giampiero Tamburi
Coordinatore Perugia: Social City

C’è qualche politico/amministratore del nostro Comune che ha scambiato il verde dei nostri parchi pubblici per dei campi da coltivare, arare, tagliare il fieno quando la stagione lo richiede, insomma: da trattare come un agricoltore tratta la propria terra. Ma non è assolutamente così!

Il nostro patrimonio sociale e culturale, quali i nostri spazi verdi rappresentano, sono una cosa ben diversa e, diversamente, vanno trattati e presi in considerazione se vogliamo che i medesimi siano degli spazi adeguati alle esigenze dei cittadini.

Si parla in questi giorni e forse anche si “sparla”, dell’approvazione, da parte della Giunta comunale, della delega di funzioni all’AFOR, attribuendogli , per questa necessità, un importo mensile previsto pari a circa 41.600 euro (che a parer mio non serve neanche per far tirare fuori dall’astuccio lo strumento per fare della musica!).

Ma attenzione: subito dopo puntualizzano che non è in fase definitiva perché c’è da aspettare l’approvazione del bilancio a fine febbraio che, tradotto dal politichese vuol dire: “Attenzione si può anche verificarsi che questi quattro soldi potrebbero essere meno o addirittura non essere attribuiti a questa necessità se non vengono trovati nelle pieghe delle nostre spese e delle nostre necessità”. Le priorità di intervento sono importanti per la politica e non guardano in faccia a nessuno!!!

Ma poi, qual’è la logica delle priorità nella gestione del verde che passa sotto la lente di giudizio dei nostri amministratori/politici?

I giochi danneggiati

Quella delle necessità dei cittadini, a prescindere da quale parte della città abitino, oppure quella di discriminare le situazioni e le problematiche, secondo la distanza dal centro storico? Più sono lontani dal “salotto buono” e meno sono considerate? “Ai posteri l’ardua sentenza!”.

L’AFOR (Agenzia Forestale Regionale) è importante per la buona salute del verde pubblico ed è fuori di dubbio che il loro lavoro è necessario per mantenere i parchi in buona salute ma, purtroppo, non è tutto ciò che occorre per far spendere di salute i polmoni verdi della nostra Perugia.

E qui torniamo a ciò che ho scritto prima; che i nostri politici/amministratori vedono il verde come una azienda agricola mentre, invece, ha ben altre funzioni e scopi.

I bagni inutilizzabili

Ed in questa visione errata si dimenticano (qualcuno direbbe volutamente) di ciò che un’area attrezzata, quale dovrebbe essere uno spazio verde pubblico con un minimo di decenza, dovrebbe garantire ai propri fruitori: gli arredi e attrezzature ludiche, panchine, tavolini, staccionate mancanti su crinali pericolosi, campi da bocce da tempo non più utilizzati che dovrebbero essere tolti o convertiti in qualcosa di più utile che non siano spazi per i bisognini degli amici cani, o quant’altro necessario, compresi i bagni pubblici che, in quasi tutti se non in tutti i parchi mancano e dove esistono (vedi il vallone Sant’Anna) da una vita sono chiusi e non utilizzabili.

Poi, “dulcis in fundo” di questo post, scusandomi con chi non sopporta critiche nei confronti delle proprie ideologie e sui comportamenti dei propri rappresentanti politici, non posso fare a meno di riportare un passo dell’intervista fatta dal detentore della delega comunale al verde pubblico che, secondo la mia opinione, non è che corrisponda molto alla realtà delle cose e, sempre secondo in mio parere, è più un discorso politico che altro: “…Sulla base della positiva esperienza dell’anno 2017 è intenzione del Comune improntare la delega in un’ottica di risultato sempre più attenta…”.

Se i risultati del 2017 sono definiti “positivi” i nostri amministratori si sono accontentati di poco! Per quanto riguarda poi il discorso di “impostare la delega in un’ottica di risultato sempre più attenta” mi sembra talmente “lapalissiana” che, un’affermazione del genere può essere detta solo con una perfetta valenza del “dire tutto senza dire nulla”; vorrei vedere che fosse impostata diversamente. C’è ancora molto da fare con il verde pubblico nella nostra città ma, sicuramente, con questi “aglietti” lontano non si va!

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