Perugia, rifiuti: «Ipotesi di reato»

Nei verbali della commissione Brutti si parla di «smaltimento di ingenti quantitativi di rifiuti recuperabili simulando operazioni di recupero poi non completamente effettuate»

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L.P.

Un sistema piuttosto orientato verso il guadagno e molto meno alla protezione dell’ambiente. E’ questo il quadro che potrebbe emergere, qualora le ipotesi formulate dalla Guardia di finanza fossero azzeccate. E a dirlo alla commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti è proprio il prefetto di Perugia Raffaele Cannizzaro, nell’audizione dello scorso febbraio

Il presidente della commissione d'inchiesta, Bratti

Il presidente della commissione d’inchiesta, Bratti

Smaltimento illecito Le interdittive antimafia, il futuro, già allora, incerto di Gesenu e Gest e quell’inchiesta sulla discarica di Pietramelina con «una sproporzione tra la frazione di conferimento, frazione organica umida in ingresso e compost prodotto» che avrebbe fatto lievitare le tariffe per i cittadini senza un vero e proprio servizio dietro. C’è tutto nei verbali raccolti dal presidente della commissione Brutti, scenari che per troppo tempo sono state ipotesi ma rischiano di materializzarsi ogni giorno di più, come lo «smaltimento di ingenti quantitativi di rifiuti recuperabili simulando operazioni di recupero poi non completamente effettuate».

Ipotesi dati falsati «Attualmente posso solo specificare che si lavora su ipotesi di reato, in cui gestioni di questi impianti basate anche su vari incroci di dati e di acquisizioni di documenti sia sequestrati che acquisiti, sulle analisi dei quantitativi di rifiuti in ingresso e in uscita, sugli ammendanti prodotti, sulle analisi dei bilanci di massa, evidenzierebbe una ipotesi di ingiustificata sproporzione tra il Fou, la frazione organica umida proveniente da raccolta differenziata in ingresso, e il compost prodotto». Sono questi gli elementi su cui lavora la procura e che porterebbe ad ipotizzare l’esistenza di un articolato sistema, finalizzato a smaltire in discarica ingenti quantitativi di rifiuti recuperabili, scarti secondari, in realtà Fou non adeguatamente compostato, simulando operazioni di recupero non concretamente effettuate. Circostanze, queste, che porterebbero a un aumento delle produzioni di percolato, con tutte le negative implicazioni. «Si evidenzia inoltre che i rifiuti in ingresso rappresenterebbero circa il 45 per cento di tutta la raccolta differenziata effettuata nel perugino, che quindi risulterebbe conseguentemente e molto probabilmente all’esito delle indagini forse falsata».

Pietramelina Sarebbe interessante capire se il danno che si sta indagando derivi unicamente dal fatto che i rifiuti vanno direttamente in discarica senza pretrattamento – e quindi formano percolato in maniera anomala – oppure, così come ha detto il procuratore, trattasi anche di rifiuti pericolosi che sono stati rinvenuti all’interno dell’impianto, secondo Guido Conti. E sulla differenziata, il comandante regionale del Corpo forestale non ha dubbi, falsare i dati è fin troppo facile. «Attualmente, il campo dello smaltimento dei rifiuti in genere, di qualsivoglia natura, è uno dei grandi business in cui, chiunque abbia intenzione di prendere in considerazione tale business, con gli attuali strumenti legislativi, sia di regolamentazione, sia di contrasto, ha gioco discretamente facile»

Gesenu C’era poi tutta quella vicenda definita ‘complicatissima’ anche per il prefetto che è succeduto ad Antonella De Miro, firmataria delle interdittive antimafia. «Provvedimenti molto ben motivati» anche per il prefetto Cannizzaro e che infatti sono stati confermati anche dal Tar, fino al più recente disimpegno da parte dei soci privati Cerroni e Noto La Diega. Una situazione estremamente complicata, «un sistema peraltro estesissimo, in ambito sia locale, sia regionale, sia nazionale e anche internazionale». E sul perché, negli anni, a partire dal 1980, si sia scelto di far gestire l’impresa, in modo maggioritario, al privato, gli stessi commissari nutrono qualche dubbio. Perché poi, come ha riferito il presidente Bratti, «se non hai le quote di maggioranza non comandi quasi nulla».

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