Terni, Corrado e Gianni: gli agenti ‘eroi’ di via Breda

Giovedì un uomo ha tentato di impiccarsi lungo la passerella pedonale con via Lucania. Loro erano in zona e sono intervenuti subito. Salvandogli la vita. L’intervista

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Il loro mestiere è quello di investigatori della terza sezione antirapina della squadra Mobile di Terni, ma giovedì il loro intervento ‘fuori programma’ si è rivelato decisivo per salvare la vita al 48enne ternano che aveva tentato il suicidio lungo la passerella pedonale fra via Breda e via Lucania, a Terni.

Gli uomini giusti al posto giusto

Loro sono il sovrintendente Corrado Quondam Bartolomeo e l’assistente capo Gianni Pompei, nella polizia di Stato rispettivamente da 32 e 22 anni. Nell’occasione hanno dimostrato non solo spirito di osservazione, ma anche quella capacità di prendere le decisioni giuste e di attuarle in pochi secondi che non è da tutti. Il fato ci ha messo lo zampino facendo sì che giovedì pomeriggio si trovassero proprio in quella in zona per dei controlli anti rapina: a beneficiarne sono stati il 48enne, ora fuori pericolo, e i suoi familiari.

Colpo d’occhio e sangue freddo

«Siamo entrati in azione quando ci è giunta la nota della sala operativa della questura che, allertata da un residente a sua volta chiamato da un passante, segnalava un uomo appeso con una corda al collo lungo la passerella Breda/Lucania – racconta Corrado Quondam -. Nel giro di pochi istanti siamo arrivati lì. All’inizio pensavamo fosse morto, ma osservando meglio ho notato che le sue gambe si muovevano ancora. Era vivo e non c’era altro tempo da perdere».

Istanti decisivi

Dal residente che aveva chiamato il 113, Gianni Pompei si è fatto consegnare un coltello, di quelli per tagliare il pane, e ha iniziato a segare la spessa corda che il poveretto aveva il collo. Una decisione non semplice, quella di farlo cadere di sotto, ma legata anche alla valutazione che un ‘volo’ di un metro e mezzo circa, era qualcosa di accettabile di fronte al concreto rischio che morisse soffocato. Così l’assistente capo lo ha ‘liberato’ e il collega si è precipitato nel greto del torrente Serra, calandosi con una corda vista l’altezza delle sponde: «Con un pezzo di ferro trovato lì, ho allentato il cappio e l’uomo, sanguinante alla bocca, ha subito ripreso a respirare».

«Grazie»

Prima dell’arrivo del 118 e dei vigili del fuoco, Pompei, che tramite la questura ha acquisito anche il diploma di rianimazione cardiopolmonare e defibrillazione, ha praticato le manovre salvavita decisive, poi proseguite dai sanitari che hanno condotto il 48enne in ospedale. «Venerdì siamo andati a trovarlo al Santa Maria – raccontano Corrado e Gianni – e si è commosso, ci ha ringraziati. Già ai medici, all’arrivo al nosocomio, aveva detto che due poliziotti lo avevano salvato. Crediamo di aver fatto solo il nostro dovere». Intanto anche il questore Antonino Messineo ha espresso ai due agenti tutta la propria soddisfazione ed un plauso per il comportamento messo in atto. Potrebbe non essere, questo, l’unico riconoscimento visto come sono andate le cose.

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