Terni, ‘falsi ciechi’ alla sbarra: via al processo

Un uomo e una donna ipovedenti erano stati denunciati nel 2013 dalla Finanza. Entrambi accusati di aver truffato l’Inps

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Ipovedenti con tanto di assegno di accompagnamento da 800 euro al mese: la guardia di Finanza di Terni li aveva filmati mentre attraversavano la strada, andavano in bici e guardavano l’orologio da polso. Situazioni di vita quotidiana che, per gli inquirenti, erano la prova di una presunta truffa ai danni dell’Inps, stimata in circa 100 mila euro, compiuta da due ternani – un pensionato di 74 anni e una 50enne, centralinista in un ente pubblico – denunciati nel novembre del 2013 al termine di una lunga indagine e ora a giudizio davanti al tribunale di Terni.

Rinvio per sentenza Venerdì mattina, di fronte al giudice Angelo Matteo Socci, si è tenuta l’udienza del procedimemto che li vede coinvolti – per fatti distinti – con l’accusa di truffa aggravata. Dopo aver ammesso la costituzione di parte civile da parte dell’Inps, attraverso l’avvocato Giulia Renzetti, il giudice ha rinviato il tutto al 5 novembre per ascoltare in aula i consulenti di accusa e difesa.

Consulenti ‘contro’ L’avvocato Massimo Oreste Finotto, che difende la 50enne, ha infatti chiesto il giudizio abbreviato condizionato all’escussione del professor Mauro Bacci, consulente di parte, che ha stilato un’articolata relazione sulle condizioni di salute della donna, affetta da problemi di vista sin dall’adolescenza. Oltre al professor Bacci, parlerà anche il professor Gerardo Santoni, perito incaricato dalla procura. L’altro imputato, il pensionato 74enne, attraverso l’avvocato Lamberto Palazzari ha chiesto invece di accedere al rito abbreviato ‘semplice’.

Soldi da restituire Diverse le posizioni dei due imputati anche in relazione al presunto danno contestato dall’accusa, stimato in circa 50 mila euro a testa. Il 74enne avrebbe già stabilito con l’Inps un piano di restituzione delle somme dovute, mentre quelle percepite dalla 50enne sono ancora sottoposte a vincolo di sequestro per equivalente. Venerdì mattina l’avvocato della donna ha chiesto il dissequestro («in ragione anche del danno economico che la mia assistita sta subendo», spiega l’avvocato Finotto) ma ogni decisione nel merito emergerà nell’udienza del 5 novembre, dopo la sentenza.

La difesa Lo stesso avvocato spiega come «dai documenti in atti, a partire dalla corposa documentazione medica messa a disposizione del tribunale, emerge con evidenza come i problemi di salute della mia assistita siano reali e tali da giustificare ampiamente la percezione dell’indennità. Riteniamo – afferma l’avvocato Finotto – che non vi sia stato alcun artificio o raggiro verso l’Inps da parte della donna, totalmente estranea alle contestazioni».

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