Gioielli, pietre preziose, argenteria, articoli di pregio e, soprattutto, 100 mila euro in contanti. Una collaboratrice domestica di circa 50 anni di Terni era accusata di averli fatti sparire, fra l’aprile e il giugno 2013, dall’abitazione di una facoltosa famiglia ternana presso cui prestava servizio. Ammanchi che avevano portato la famiglia a denunciare l’accaduto, finito all’attenzione dei carabinieri, con conseguente procedimento penale verso la colf, accusata di appropriazione indebita aggravata, e nei confronti di un altro soggetto che, imputato per ricettazione, avrebbe ricevuto una parte del materiale asportato.
Assolti
La sentenza di primo grado del processo penale che vedeva imputati i due e la famiglia denunciate come parte civile, è stata emessa martedì dal tribunale di Terni, giudice Elisa Fornaro. Risultato: la collaboratrice domestica – per cui l’accusa aveva chiesto 8 mesi di reclusione – ed anche il secondo imputato, sono stati assolti per non aver commesso il fatto. Soddisfatti i legali difensori della colf, Cristina Rinaldi e Sandro Ciliani, che osservano: «Nel corso del dibattimento sono stati sentiti numerosi testimoni che hanno smontato il castello accusatorio. A distanza di oltre sette anni dai fatti, la nostra assistita è stata riconosciuta pienamente innocente e, pur nella sofferenza che una vicenda del genere porta con sé, tale esito è motivo di grande soddisfazione».