Terni, furto all’Ipsia: sei giovani nei guai

Colpo notturno tra lunedì e martedì: rubati sette computer, protagonisti cinque minorenni e un maggiorenne studenti nell’istituto di viale Brin

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Sette computer rubati. Tanti ne sono riusciti a prendere sei giovanissimi, protagonisti del furto notturno all’istituto Ipsia di Terni tra lunedì e martedì: coinvolti cinque minorenni – di età compresa fra i 16 e i 17 anni – e un 18enne, tutti studenti della scuola presa di mira. Il gruppo, ‘multietnico’, è stato individuato in breve tempo dalla polizia di Stato che ha anche recuperato la refurtiva, con conseguente soddisfazione della scuola ‘bersagliata’.

Il fatto Ad accorgersi che qualcosa non andava, intorno alle 2 di martedì notte, è stata un pattuglia della squadra Volante di Terni che, transitando in viale Brin, ha notato due giovani che, zaini in spalla, scavalcavano in uscita la recinzione dell’Ipsia. Accortisi della polizia, i due sono fuggiti in direzioni diverse ma gli agenti hanno ‘puntato’ quello con la borsa apparentemente più voluminosa e lo hanno inseguito, fermandolo.

Fermato Nello zaino c’erano quattro computer portatili, tutti recanti la targhetta della scuola. Le successive indagini, basate anche sui contenuti del telefono cellulare in uso al ragazzo, inizialmente poco collaborativo, è stato possibile ricostruire il fatto, risalire ai componenti il gruppetto e, infine, recuperare gli altri tre computer portatili rubati.

Alcol e ‘bravata’ In pratica i sei giovani, dopo aver trascorso la serata insieme – fra loro c’era anche chi si era allontanato da casa all’insaputa dei genitori -, dopo qualche birra di troppo, hanno deciso di compiere la ‘bravata’ che gli è poi costata cara. Hanno scavalcato la recinzione della scuola e, dopo aver aver forzato una finestra, sono entrati nell’istituto, appropriandosi delle chiavi dell’aula di informatica.

Cerchio chiuso Dopo aver aperto la porta, hanno reciso i cavetti che assicurano i computer ai rispettivi tavoli e se ne sono portati via sette, nascondendoli nei due zaini. L’indagine dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura, andata avanti fino al tardo di pomeriggio di martedì, ha consentito di identificare tutti i giovanissimi coinvolti. Incluso colui – l’ultimo ad essere fermato – che aveva nascosto gli altri tre computer in mezzo alla vegetazione del parco Rosselli. È stato il ragazzo, raggiunto a casa, a condurre gli agenti nel posto dove si trovava la refurtiva.

Denunciati Per tutti è scattata la denuncia a piede libero per furto aggravato – per i cinque giovanissimi è competente la procura presso il tribunale per i minorenni di Perugia, coordinata dal procuratore Giovanni Rossi – ma l’auspicio, come evidenzia la polizia di Terni, è che tutto ciò consenta di avviare un percorso di recupero basato sulla piena presa di coscienza di ciò che è stato compiuto.

La riflessione Aspetti che il dirigente della squadra Volante, Enrico Aragona, e il sostituto commissario Anna Maria Mancini hanno voluto sottolineare con chiarezza: «La responsabilità la si assume – hanno detto – quando si inizia a collaborare con le forze dell’ordine, come è effettivamente accaduto. Il paradosso sta nel fatto che i ragazzi hanno violato la loro stessa scuola, quella che dovrebbe condurli verso lo studio, le responsabilità, preparandoli a diventare adulti. Ma da questo paradosso – è stato detto – può nascere un percorso che, d’intesa con la procura, l’istituto scolastico, i servizi sociali e le famiglie, è in grado di ricondurre questi giovani sulla strada del rispetto delle regole. Di certo – hanno detto Enrico Aragona e Anna Maria Mancini – c’è che i genitori erano mortificati per l’accaduto, un senso di vergogna che ora starà ai ragazzi cancellare. Loro hanno detto di averlo fatto senza uno scopo preciso, per noia, ma la speranza è che questi vuoti vengano riempiti da valori veri, da un impegno nel quale possano realizzarsi».

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