Terni, gomitata sul campo di calcetto: condannato a 2 anni

Il fatto risale al settembre del 2016. Durante un match di Coppa Italia a Narni, un attaccante aveva colpito un difensore al volto con conseguenze gravi e permanenti

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di F.T.

I fatti di violenza nello sport, dilettantisco e non, sono all’ordine del giorno. Spesso seguiti da lunghe squalifiche e multe inflitte dalla giustizia sportiva. Raramente ciò che accade sui terreni di gioco, però, ha strascichi in sede penale. La sentenza emessa giovedì dal tribunale di Terni è invece destinata a lasciare un segno in tal senso. Un 31enne di Terni è stato infatti condannato a due anni di reclusione per lesioni personali aggravate, oltre al pagamento di una provvisionale di 6.500 euro nei confronti della parte offesa costituita – un 29enne ternano – con danno da valutarsi compiutamente in sede civile.

I fatti

Era il settembre del 2016 e a Narni si stava disputando una gara di calcio a 5 di Coppa Italia, a carattere locale ma sotto l’egida della Figc. Ad un certo punto un attaccante, da poco in campo, aveva sferrato una gomitata al volto di un difensore. Quest’ultimo, poi costretto a vivere con due denti in meno, aveva riportato lesioni serie, con indebolimento permanente dell’organo di masticazione ed una prognosi iniziale di 110 giorni. Di fronte alle conseguenze del grave gesto, la vittima non aveva esitato a sporgere denuncia, poi sfociata nel processo che ha visto emettere giovedì la prima sentenza.

Esclusa la ‘scriminante’ sportiva

Detto della decisione del giudice, che entro i prossimi 60 giorni depositerà le motivazioni, di interessante c’è anche il fatto che la ‘scriminante sportiva’ – che richiama l’interesse sociale dello sport e di fatto ‘tollera’ alcune condotte, anche violente, ad esso collegate – non è stata presa in considerazione. Un’esclusione destinata a fare scuola e legata in particolare a due elementi: il fatto che la violenza non fosse direttamente connessa all’azione di gioco (era avvenuta a palla lontana) e l’evidente sproporzione emersa con le lesioni. Nessun ‘bonus’ pertanto, per l’imputato, che è prevedibile impugni in appello quanto deciso dal giudice di prima istanza. Una sentenza che, pur non avendo questa finalità, potrebbe comunque rappresentare un monito per coloro che, attraverso le proprie condotte, trasformano le notizie sportive in fatti di cronaca veri e propri.

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