Terni, i ‘maggiaioli’: «Una grande famiglia»

Tutto pronto per la 119° edizione del Cantamaggio. Un po’ di amarezza per la mancanza di giovani appassionati

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di Francesca Torricelli

I ‘maggiaioli’ sono entrati nella fase finale del lavoro. Ultime rifiniture ai carri allegorici e sono pronti per sfilare. La sera più attesa dell’anno a Terni, il 30 aprile, è vicina. Andrà in scena la 119° edizione del Cantamaggio ternano. umbriaOn li ha raggiunti al grande capannone di Castelchiaro dove sono riuniti per la costruzione dei carri.

I ‘MAGGIAIOLI’ PRESENTANO I LORO CARRI: IL VIDEO

Una grande famiglia Un’accoglienza familiare. Quasi un abbraccio collettivo. «Sì, perché qui siamo una grande famiglia», dicono. «Ormai ci vogliamo bene, perché da molti anni partecipiamo insieme al Cantamaggio». Già, perché a differenza di quello che si può pensare, «tra noi non c’è rivalità. Ognuno ha il suo progetto e lavora alla costruzione del proprio carro, ma siamo collaborativi, ci aiutiamo. E se qualcuno ha bisogno di un consiglio o, addirittura, di qualche materiale, l’altro è sempre pronto a sostenerlo». Poi, però, arriva la sera della sfilata: «Bé, certo, nella serata del 30 la sentiamo un po’ la rivalità, perché è comunque una competizione. Ma il primo maggio è tutto archiviato e si va insieme a festeggiare al ristorante».

Il lavoro Le giornate che i ‘maggiaioli’ passano insieme, sono tante. «Anche le nottate», sottolineano. «Finita l’edizione del Cantamaggio, si inizia subito a lavorare al progetto per l’anno successivo e, passate le feste di Natale, ci si riunisce per lavorare alla costruzione». Le cose da fare sono sempre tante, «ma la ‘forza lavoro’ sempre meno. Siamo rimasti in pochi a portare avanti la passione della tradizione. È un gran peccato. Abbiamo tutti, ormai, un’età avanzata e solo l’amore per questa manifestazione cittadina ci da la forza di lasciare le nostre famiglie, per alcuni mesi, e passare praticamente giorno e notte qui dentro». Senza guadagnarci nulla.

Le nuove generazioni Di giovani, infatti, «qui se ne vedono davvero pochi», spiegano un po’ amareggiati. «Non sappiamo bene se non siamo stati in grado noi di trasmettere l’amore e la passione per il Cantamaggio o se, la vita frenetica e tecnologica di oggi, ha fatto perdere ai ragazzi la manualità e il piacere di vedere un’opera costruita grazie al lavoro delle loro mani». Ma sono ancora fiduciosi. «Se la manifestazione vuole continuare c’è assolutamente bisogno di giovani. Per ora i più piccoli sono impegnati nella costruzione dei mini carri, che sfileranno nel pomeriggio di mercoledì 29. Più di mille gli studenti coinvolti. Speriamo siano il loro il futuro del Cantamaggio».

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