Terni, il governo ‘snobba’ Ast

Il Mise manda al tavolo una funzionaria. L’azienda ribadisce le linee del piano industriale: 57 milioni di investimenti, personale e produzione in calo. Sindacati critici

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Un incontro sollecitato ripetutamente, dopo il precedente di metà febbraio, per cercare nuovi elementi in merito al piano industriale e, possibilmente, appoggi anche da parte governativa rispetto al difficile momento che sta attraversando l’acciaio italiano nel contesto di mercato, Ast in prima battuta. Dal tavolo di lunedì pomeriggio al Mise, convocato per fare il punto sulla situazione dell’acciaieria di Terni, sono state riconfermate – stavolta per iscritto – le linee guida già illustrate dall’azienda e, soprattutto, è emersa l’assenza di interlocutori di ‘peso’ al confronto da parte del dicastero: assente il vice capo di gabinetto del ministero, Giorgio Sorial, impegnato altrove, la riunione è stata presieduta dalla funzionaria Monica Guglielmi, dello staff del sottosegretario Davide Crippa.

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Il piano industriale

L’ad di Ast Massimiliamo Burelli, dal canto suo, oltre alle preoccupazioni dell’attuale fase, ha ribadito a sindacati che l’azienda nel prossimo biennio è intenzionata ad investire 57 milioni di euro, 30 nell’anno fiscale 2018/2019 e 27 in quello 2019/2020, ripartiti tra rinnovo impianti, miglioramenti nell’ambito della sicurezza e dell’ambiente, investimenti per efficienza, riduzione costi e sistemi antincendio, ricerca e sviluppo e nuovo progetto scorie.Il volume di produzione sarà di 940 mila tonnellate annue di acciaio liquido, mentre l’incremento della capacità produttiva di laminato a freddo sarà pari al 6% all’anno. Per quanto riguarda gli organici è confermata la riduzione dai 2.369 dipendenti attuali ai 2.300, per effetto del contenimento dei costi aziendali attraverso robotizzazione e digitalizzazione dei processi.La riduzione riguarderà in particolare il comparto degli impiegati, ma saranno agevolate anche riconversioni di personale per favorire la mobilità interna. Altro punto ribadito dal manager, quello della progressiva applicazione estensiva della polivalenza e della maggiore flessibilità negli spostamenti tra reparti e mansioni, oltre che sui turni.

Le critiche dei sindacati al documento

Dopo gli annunci verbali dei precedenti incontri, questa volta le intenzioni e le linee guida di Ast sono state messe nero su bianco su un documento consegnato alle parti (presenti oltre ai sindacati locali e nazionali e alle rsu, il sindaco Leonardo Latini, il deputato di Forza Italia Raffaele Nevi e il senatore di M5S Stefano Lucidi, oltre ai tecnici della Regione). Le organizzazioni sindacali – è emerso al termine dell’incontro, concluso con una riunione ‘ristretta’ tra segreterie di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl, Usb e azienda – hanno ribadito «un giudizio non positivo rispetto a quanto proposto che complessivamente presenta un orizzonte di indebolimento del sito anche in ragione del contesto di mercato in cui è costretta ad operare Ast».

Tre incontri a Terni

È stata quindi sottolineata la necessità di riprogrammare un incontro, sempre al ministero, entro la metà del mese di maggio, ma al contempo azienda e sindacato hanno deciso di calendarizzare una serie di appuntamenti in sede locale per discutere più nel dettaglio i punti presentati nelle linee guida. «Tale percorso, per quanto ci riguarda – spiegano le sei sigle -, è utile per verificare la reale volontà aziendale a trovare punti di accordo sui diversi temi anche a fronte di una annunciata disponibilità dell’azienda a modificare alcune impostazioni nelle linee guida presentate». Gli incontri si svolgeranno il 16 aprile e il 3 e 7 maggio.

L’appello al governo

Le organizzazioni sindacali hanno anche ribadito che «per garantire una corretta e serena discussione propedeutica al raggiungimento di una intesa è indispensabile che l’azienda non proceda, come avvenuto nei mesi scorsi, ad azioni unilaterali in merito alla riorganizzazione interna». Poi la sollecitazione verso i rappresentanti del governo. «Auspichiamo – concludono i sindacati – che per la strategicità che riveste Ast a livello nazionale rispetto alle sue produzioni, il governo presieda il prossimo incontro ai massimi livelli a differenza di quanto determinatosi negli incontri precedenti».

Alessandro Gentiletti

«Grave l’assenza del Governo all’incontro di ieri – lunedì; ndr. – al Mise. Il sindaco doveva alzarsi ed andarsene. Su Ast serve mobilitazione anche istituzionale di tutta la città», scrive Alessandro Gentiletti, capogruppo di Senso Civico in consiglio comunale a Terni. «Apprendo la notizia dell’incontro che si è svolto al Mise e dell’atteggiamento assunto dal Governo ed in particolare l’assenza di rappresentanti istituzionali di primo livello. Che il ministro competente abbia disertato l’incontro, delegando ad un appartenente al suo ufficio la gestione di un tavolo così importante e fondamentale per il futuro della città e dell’Italia è il segno di quanto a questo Governo importi di Terni, del suo futuro e delle aziende che investono in Italia. Purtroppo è segno anche di quanto rispetto abbia ormai la città nei tavoli istituzionali. Hanno tentato di illuderci, all’ultimo ballottaggio, che avremmo avuto finalmente un ‘Governo amico’. Verrebbe da dire: per fortuna che è amico. Difficile immaginare cosa sarebbe accaduto di peggio se fosse stato il contrario. Fossi stato il sindaco non avrei esitato un momento a lasciare il tavolo sbattendo la porta. Con questo atteggiamento remissivo forse si tengono in piedi labili maggioranze, ma non si tutela ciò che viene prima di ogni altra questione: il futuro della nostra città. Con questo atteggiamento si logora una città già dilaniata da decenni e un tessuto sociale sempre più fragile. Credo che sia giunta l’ora di una mobilitazione generale che coinvolga tutti gli attori e i rappresentanti politici del territorio a prescindere dalla loro appartenenza partitica. Che vada oltre gli schieramenti. E’ ora che le istituzioni cittadine la smettano di stare in silenzio ed essere accondiscendenti».

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