Terni, la Uil: «Niente ‘precotti’ nelle scuole»

Il segretario Gino Venturi: «Abbiamo chiesto audizione alla seconda commissione consiliare del Comune»

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di Gino Venturi
Segretario generale della Uil di Terni

Potrà anche sembrare una ‘catalana’ ma non c’è dubbio che sono meglio i cibi cotti e subito mangiati in loco rispetto a quelli preparati anche ore prima e poi trasportati sul posto. Così anche è meglio, pure per rispetto dell’ambiente, mangiare su piatti di ceramica rispetto a quelli di carta. Se poi i destinatari dei cibi sono i nostri bambini mangiare cibi cotti sul posto e su piatti di ceramica acquisisce anche un valore decisamente maggiore in considerazione della loro salute e anche della valenza educativa che il pasto ha nelle scuole.

Tutto ciò è talmente ovvio e lo sanno bene anche al Comune di Terni tanto da aver approvato la “Carta del servizio di ristorazione scolastica” (anno 2007) che si ispira ad una Direttiva Governativa del 1994. Il Comune di Terni, si legge nella Carta, nell’organizzare le mense scolastiche è guidato “non sicuramente dalla quantità, ma dalla qualità che si basa sia su elementi organizzativi che di impostazione metodologica e gestionale”.

Il primo elemento, si legge ancora, di questo impegno di qualità “è il mantenimento della preparazione dei pasti in loco per i bambini più piccoli”. In questo modo si garantisce “freschezza e gustosità dei pasti assicurando un’immediata continuità tra preparazione e consumazione”. La Carta sottolinea anche il valore educativo del pasto definito “un’occasione unica per contribuire a formare il comportamento alimentare…”.

La Carta dei Servizi, per sua natura, non è una semplice manifestazione di propositi ma è un documento che stabilisce un “patto”, un “accordo” fra soggetto erogatore del servizio pubblico e gli utenti. La decisione del Comune di Terni di eliminare la cucina diretta in alcune scuole (ad insaputa dei genitori e a ridosso dell’inizio dell’anno scolastico) dunque rompe improvvisamente un patto pomposamente sancito tra lo stesso Comune e i genitori utenti. Più in generale contribuisce dunque a diminuire l’affidabilità che i cittadini hanno verso la pubblica amministrazione che dice una cosa e ne fa invece un’altra.

La decisione del Comune di sostituire le mense con pasti trasportati va decisamente contrastata: prima di tutto perché la qualità delle mense scolastiche ternane è un bene che di per se deve essere difeso soprattutto in considerazione che paliamo dei nostri bambini. In secondo luogo, anche contrastando questa scelta, intendiamo difendere la credibilità delle Istituzioni che non possono assumere impegni con i cittadini e poi non rispettarli. I “patti” vanno rispettati e i cittadini non possono essere trattati come sudditi. In terzo luogo va difesa la “partecipazione”, che la stessa Carta dei servizi (così come le linee regionali) individua come elemento fondamentale per la qualità del servizio e che passa attraverso la “commissione mensa” con la presenza dei genitori.

Perché in questo caso non è stata consultata così come non è stata neanche consultata la dietista che pure il Comune paga anche per questo ?

Sono questi tre elementi già in grado, di per se, di indurre la “UIL, sindacato dei cittadini” a promuovere ogni iniziativa che induca il Comune di Terni a riconsiderare la decisione di chiudere alcune mense scolastiche.

A fronte delle nostre motivazioni assume un valore del tutto secondario la necessità di risparmiare portata dal Comune a giustificazione della chiusura delle mense. Sarebbe troppo facile per noi, in ogni caso, evidenziare come non sia politicamente qualificabile una scelta che invece di tagliare gli sprechi riduca la qualità dei servizi, tanto più quando si tratta della salute dei nostri bambini.

Ciò premesso, tuttavia, anche sul versante dei costi quanto sostenuto dall’assessore e dal dirigente non ci pare convincente. Nei prossimi giorni infatti presenteremo i risultati di un nostro approfondimento sui costi, sulle tariffe, sulla gestione del servizio, sulle spese “improduttive” che andrebbero evitate.

Nell’anno scolastico 2014-2015 sono stati 446.047 i pasti preparati in loco nelle mense scolastiche comunali di Terni. Di questi 324.088 nelle cucine scolastiche gestite dal Comune con proprio personale e 121.959 nelle cucine scolastiche gestite dal Comune utilizzando personale esterno.

La decisione assunta dal Comune di chiudere le cucine in loco e fornire i pasti già cotti trasportandoli dall’esterno per ora riguarda la scuola dell’infanzia “Valenza” con 5.120 pasti, la scuola infanzia Q.re Italia “Grillo parlante” con 8.738 pasti, le scuole dell’infanzia San Clemente con 4.352 pasti e San Michele con 3.716 pasti.

Nonostante il periodo feriale si è creata molta attenzione da parte dei genitori su questo problema anche per la convinzione che se non si blocca subito questa decisione che riguarda per ora 150 bambini è facile prevedere che avranno presto lo stesso trattamento anche le altre migliaia di bambini che attualmente usufruiscono delle mense scolastiche a Terni. In pochi giorni il gruppo Facebook “No al risparmio sulla salute” ha registrato già oltre 1.000 membri.

Mercoledì 19 alle 17 preso la UIL in via Pacinotti 34 ci sarà un’assemblea con i genitori e insieme decideremo le iniziative da intraprendere. Intanto, annuncia il segr. UIL Gino Venturi – abbiamo chiesto audizione alla 2^ Commissione Consiliare del Comune e il Presidente Francesco Filipponi ci ha assicurato che presto ci convocherà.

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