Terni, mense scuole: ingiunzioni ‘indigeste’

‘Pioggia’ di lettere a casa di centinaia di famiglie ternane. Dubbi e proteste a raffica. Il Comune: «Recuperati 120 mila euro da settembre»

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Anno nuovo, caos vecchio. Un riordino di pagamenti e la riscossione degli stessi da parte del Comune di Terni ha visto recapitare a casa di centinaia di famiglie ternane delle vere e proprie ingiunzioni di pagamento per le mense scolastiche comunali.

Cartelle ‘pazze’

In una lettera, ricevuta alla vigilia di Natale, il Comune chiede quindi alle famiglie di mettersi in regola con i pagamenti per i periodi 2014-2015, 2015-2016 e 2016-2017, specificando però solo l’importo richiesto (per alcuni anche oltre i 600 euro), ma senza altri dettagli sulla cifra contestata e senza riferimenti alle specifiche mensilità non pagate. Per evitare il pagamento, alle famiglie viene richiesto di produrre la relativa documentazione all’Ufficio scolastico comunale entro 30 giorni.

Le segnalazioni al Co.Sec

Numerose, in questi giorni, sono state le segnalazioni di genitori giunte al nostro comitato , si legge in una nota del Co.Sec (Comitato servizi educativi comunali). «Molti di questi, pur nella certezza della propria buona fede, si domandavano se non fosse più comodo, dinanzi alla tenuità dell’importo e alle spiacevoli conseguenze in caso di mancata estinzione del debito, saldare il non dovuto. Un ragionamento che, seppur non condivisibile, è certamente comprensibile per chiunque abbia dei figli e sappia cosa voglia dire, dover dedicare il proprio tempo ad affrontare ricerche disperate, code interminabili e inefficienze amministrative».

«Gestione scellerata»

Tutto ciò, secondo il comitato, «è il frutto di una scellerata gestione del servizio protrattasi per anni, contro la quale ci siamo da sempre battuti, e che ancora una volta rischia di ricadere in toto sulle spalle dell’utenza. Mesi e mesi di mancati invii di bollettini da parte dell’Ufficio scolastico, si sono accompagnati nel tempo ad immense bolle di debito create ad arte e che, nonostante i proclami elettoralistici, non sono di certo i responsabili che stanno pagando. Tutt’altro: parte di quegli stessi responsabili siedono a tutt’oggi all’interno degli uffici amministrativi e, senza che vi siano stati cambi di ruolo o inversioni di tendenza, continuano ad essere i ‘cattivi’ esecutori delle politiche, tanto di ieri che di oggi. Se dunque la scelta di riscuotere può quanto meno avere un senso o una giustezza di fondo, pur nella totale assenza di prospettive politiche per i servizi dell’infanzia, quello che infastidisce notevolmente è la sciatteria e la disorganizzazione con cui, ancora una volta, l’Ufficio scolastico ha gestito tale operazione».

Ricucire il rapporto tra amministrazione, utenza e gestore

Il Co.Sec invita quindi «tutti i genitori che abbiano ricevuto tali ingiunzioni di pagamento, a contattare perentoriamente l’Ufficio scolastico reclamando una chiara specifica di quanto richiesto e a verificare attentamente, indipendentemente dall’importo, la veridicità dello stesso; non sarà di certo l’utenza dei servizi per l’infanzia a pagare i debiti che ci sovrastano. L’istituzione del ‘Comitato mensa cittadino e l’avvio della rimodulazione delle fasce Isee e di riscossione, sono gli unici strumenti che possono permettere di ricucire un idoneo rapporto tra amministrazione, utenza e gestore; sempre che non si abbia intenzione di continuare a considerare le famiglie quali mero fondo cassa».

Un genitore preoccupato

«Anche io ho ricevuto, con tanto di ‘minaccia’ di riscossione coattiva, l’ingiunzione di pagamento», scrive un lettore ad umbriaOn. «Naturalmente, e per fortuna, ho sempre conservato le ricevute di pagamento e dovrei essere in grado di dimostrare che non sono moroso. Provate però a mettervi nei miei panni alla ricevuta di una notificazione di atto giudiziario. Oltretutto non è neppure specificato quali mensilità sono richieste, nel mio caso più di una, ma l’ho dedotto dalla cifra totale richiesta. Non capisco come si possa risolvere la questione via fax o via email, che non hanno alcun fondamento giuridico. Sono costretto, oltre che a ricercare la documentazione, a perdere ore, magari prendendomi dei permessi al lavoro, per risolvere una questione tanto ridicola. La mia situazione è vissuta da tanti altri genitori che conosco e, purtroppo, nessuno di noi ha voce. Molti di loro preferiscono pagare piuttosto che affrontare code e cavilli burocratici. È vergognoso questo modo di operare del Comune di Terni, proprio sotto le feste, io l’ho ricevuta il 24 dicembre ben sapendo che i 30 giorni sarebbero diventati meno di 10 lavorativi effettivi».

Il Comune risponde

«Da settembre ad oggi – afferma l’assessore alla scuola Valeria Alessandrini – il Comune ha recuperato 120 mila euro. Segno che il pregresso è importante e che in passato sono mancati, quasi completamente, i controlli necessari. Questa amministrazione vigilerà più attentamente per evitare tali situazioni ed anche per migliorare una modalità di comunicazione, le 2.500 lettere partite a Terni, che allo stato era inevitabile. Dal punto di vista della riscossione ma anche da quello degli uffici, ridotti all’osso, al momento non potevamo operare diversamente. Posto che chi ha con sé i bollettini degli ultimi cinque anni può stare più che tranquillo e che la verifica telematica della propria posizione può essere effettuata rapidamente presso gli uffici comunali. Crediamo che la strada per rimettere le cose a posto passi anche attraverso azioni non sempre ‘gradite’, ma necessarie per riportare ordine laddove non ce n’era».

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