Terni, nuovo Globo: input soprintendenza su area archeologica

La missiva della soprintendente Elvira Cajano in merito al progetto da oltre 20 milioni: «Parere definitivo sulla fattibilità solo dopo indagini preliminari»

Condividi questo articolo su

di S.F.

La firma è della soprintendente Elvira Cajano e il documento è stato inviato a palazzo Spada in seguito all’indizione della conferenza di servizi – legata alla proposta di variante urbanistica – decisoria per la realizzazione del maxi progetto per la nuova casa del Globo in via Marcangeli, a Terni. Di mezzo c’è anche un’area archeologica ed ecco vengono messe nere su bianco una serie di indicazioni da rispettare per lo sviluppo dell’iter. Anche a livello paesaggistico.

L’INDIZIONE DELLA CONFERENZA DI SERVIZI PER IL MAXI PROGETTO

Il progetto originario

La necessità e le prescrizioni

«Il parere definitivo di questa soprintendenza sulla fattibilità dell’intervento edificatorio in progetto in relazione alla tutela archeologica potrà essere reso solo all’esito delle indagini archeologiche preliminari», scrive nel documento la soprintendente dopo aver ricordato una serie di aspetti tecnici sul progetto della Mare Blu S.p.A. Come noto l’intenzione – in particolar modo – è di costruire due fabbricati a destinazione commerciale e direzionale da oltre 13 mila metri quadrati complessivi di sedime, oltre al completamento della viabilità di Prg realizzata dal Comune all’area esterna di proprietà. In sostanza da Perugia hanno già indicato le prescrizioni da rispettare nelle fasi successive in merito alla tutela archeologica: «I lavori ricadenti allʼinterno degli immobili sottoposti a tutela archeologica dovranno essere preventivamente autorizzati; per quanto concerne – si legge – l’edificio a destinazione direzionale da cedere al Comune, così come le opere di urbanizzazione primaria e di arredo urbano previste, nel confermare che, essendo acclarato lʼinteresse archeologico dell’area, non si ritiene necessario sottoporre a questo ufficio la relazione di valutazione del rischio archeologico». In compenso «dovrà essere trasmesso uno stralcio del progetto preliminare con le quote di scavo da raggiungere e una proposta progettuale, a firma di professionista archeologo abilitato, relativa allʼindagine archeologica preliminare da effettuare nellʼarea di sedime interessata dalle suddette opere».

L’OK DELLA GIUNTA A FEBBRAIO: MAXI AREA PRODUTTIVA

Il progetto

Le indicazioni sugli aspetti paesaggistici

C’è anche altro. In primis sugli aspetti paesaggistici: «Si ritiene opportuno che i nuovi manufatti (anche in copertura), presentino una finitura di tipo non riflettente, prediligendo colori tenui nella gamma cromatica delle terre locali; dovranno essere valutate adeguate opere di mitigazione, mediante piantumazione di specie vegetali autoctone, tali da garantire un effetto schermante delle nuovi costruzioni rispetto alle normali percorrenze ed alle vie di accesso». A seguire l’iter per la soprintendenza ci sono Elena Roscini e l’ingegnere Giuseppe Lacava.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli