«Perché Unicusano non sposta qui parte delle attività accademiche?»

Terni – L’ex consigliere comunale Michele Rossi: «Puntare su crescita economica e culturale»

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Vigilanza privata, fioriere, rotatorie e magari altro ancora in arrivo. C’è allora a Terni chi chiede, magari, un altro tipo di intervento su Terni da parte dell’università Niccolò Cusano: a lanciare la riflessione è l’ex consigliere comunale di Terni Civica Michele Rossi.

A sinistra Michele Rossi

«Accumulazione di ruoli»

«Nelle ultime settimane – spiega il 48enne – abbiamo rilevato un crescendo nel coinvolgimento dell’Unicusano nella gestione amministrativa del Comune di Terni. Collaborazione sempre più stretta che ha portato al finanziamento di un servizio di vigilanza privata, a farsi carico del rinnovo e della manutenzione di una coppia di rotonde cittadine, a cui a breve andranno ad aggiungersi l’acquisto e l’istallazione di un cospicuo numero di fioriere che andranno a ornare i lampioni urbani. Positivi interventi di mecenatismo e decoro urbano. Inoltre pare ormai certo il coinvolgimento di una società legata al sindaco nella gestione del palasport e sempre secondo indiscrezioni pare che lo sfavillante Natale prospettato da questa amministrazione possa essere anche questo finanziato e dunque targato Unicusano. Più passano i giorni di questa esperienza amministrativa e più vediamo come il Bandecchi sindaco si intrecci sempre più di sovente con il Bandecchi imprenditore, in una sovrapposizione di ruoli che porta a fare alcune consequenziali riflessioni. Ovvero quale possa essere il limite legittimo tra l’investire soldi privati nella gestione della città e il farlo ricoprendo il ruolo di primo cittadino, supplendo così a carenze nel bilancio dell’ente. Il fatto che il sindaco possa disporre di una società capace di investire denaro nella manutenzione e nel decoro della città porta sicuramente una bella boccata di ossigeno, ma avviene in un carattere di supplenza difficilmente replicabile in altre esperienze e generando una eccessiva accumulazione di ruoli. Piuttosto mi viene da chiedermi perché per la crescita della città, che interessa a noi tutti, primo cittadino compreso, non sarebbe più utile che la stessa Unicusano investisse nello sviluppo economico e culturale piuttosto che nella straordinaria od ordinaria amministrazione. Perché allora non aiutare la città decidendo di spostare qui parte delle attività accademiche o di ricerca di questa università generando posti di lavoro di qualità. Se viviamo – conclude – una stagione straordinaria ben vengano strumenti straordinari. Ma che siano veicoli di una crescita economica e culturale significativa, di sviluppo e non semplici imbellettamenti che difatto non incidono nella sostanza del vivere urbano e dei suoi abitanti».

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