Terni, Vipal licenzia: «Colpa della crisi»

La proprietà dell’azienda di Ferentillo replica ai sindacati e respinge le accuse che le erano state mosse. Ma conferma gli esuberi

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I sindacati, annunciando che la Vipal di Ferentillo vuole ‘tagliare’ 13 dei 36 lavoratori attualmente in attività nello stabilimento della Valnerina, avevano parlato di «atti e iniziative assolutamente inaccettabili. La proprietà della Vipal è chiamata a far cessare l’escalation di atteggiamenti di ostilità verso il sindacato ed i lavoratori che al sindacato si rivolgono». Ma l’azienda non ha gradito.

La replica Tanto che fa sapere di considerare, queste accuse, mosse «ingiustamente», perché «per mantenere i livelli occupazionali, non licenziando nessuno come poche aziende hanno fatto», si sarebbe fatta «carico di tutte le problematiche produttive ed economiche, ricorrendo ad importanti ricapitalizzazioni, investendo sulla rete commerciale e diversificando le linee di business. Di tutto ciò sono stati fatti partecipi continuamente i lavoratori, che hanno dato il massimo con enormi sacrifici».

La mobilità Nel luglio 2015, «con il perdurare della crisi» è stata aperta, dice Vipal, «una procedura di mobilità incentivata per 6 lavoratori. Purtroppo la notevole diminuzione dei consumi del mercato italiano, in particolare quello dell’edilizia e le enormi difficoltà d’incasso, hanno imposto la necessità di un nuovo piano di riduzione dei costi e riorganizzazione, che permetta alla società di ritrovare efficienza ed equilibrio economico imposto anche dalla strenua concorrenza».

L’ostitilità Il piano industriale, dice Vipal, «è stato distribuito alla fine del 2015 alle organizzazioni sindacali dei lavoratori, in seguito ad uno delle decine di incontri sulla situazione aziendale, tenuti insieme presso la sede di Terni di Confindustria Umbria. Tenendo presente la frequenza e la trasparenza dei rapporti non si capisce quali siano gli atti o iniziative unilaterali prese e soprattutto quale sia l’escalation di atteggiamenti di ostilità verso i lavoratori».

Gli esuberi Quanto ai «13 lavoratori ipotizzati in esubero – secondo l’azienda – sono l’espressione di una sovracapacità lavorativa rispetto ai volumi produttivi dei ultimi 7 anni e quelli presumibili nell’anno 2016. Tale numero sarà verificato e monitorato alla luce dei risultati che il piano di riorganizzazione potrà provocare, cercando insieme alle organizzazioni sindacali ogni possibile soluzione per ridurre al minimo l’impatto occupazionale come fatto fino adesso, mantenendo costante la massima disponibilità».

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