Treofan, c’è l’accordo. Reindustrializzazione possibile ma difficile

Intesa firmata giovedì da tutti i sindacati: 7 mensilità e 12 mesi di Cigs

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Dopo una lunga discussione che si è protratta per giorni, giovedì sera è arrivato l’accordo – unitario – in merito alla vertenza Treofan di Terni, messa in liquidazione da Jindal. La firma ufficiale arriverà venerdì. Il sito chiuderà i battenti e se tornerà in funzione – nel contesto di un progetto nel settore chimico/plastico e con un impatto occupazionale significativo -, dipenderà dall’esito del tavolo previsto al ministero dello Sviluppo economico. In quella sede, se tutto andrà come auspicato, verrà nominato un advisor di concerto con la stessa Jindal, le organizzazioni sindacali e Confindustria Umbria. Sembra proprio questa la nuova partita decisiva per capire se l’ex Treofan possa avere comunque un futuro: un ruolo in tal senso potrebbero averlo anche i lavoratori che in questi mesi hanno mostrato tenace determinazione.

Nessuna concessione in più 

Alcuni termini dell’intesa non si discostano da quelli già stabiliti nei precedenti incontri: ai lavoratori vengono riconosciute come buonuscita 7 mensilità netto su netto, oltre a 12 mesi di cassa integrazione straordinaria (ma questa sarà retroattiva dal 19 febbraio). Quanto ai macchinari, Jindal ne ha la piena proprietà e la esercita attraverso il management: nell’accordo non è specificato che resteranno ‘in loco’, ma non è neppure scritto che l’azienda potrà portarli via. Un’ambiguità di fondo che lascia intravedere un minimo spazio. Da sottolineare che giovedì l’intesa è stata firmata da tutte e quattro le sigle sindacali presenti nel sito (Cgil, Cisl, Uil e Ugl), nonostante i distinguo dei giorni precedenti.

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