Umbria, rivoluzione nell’agenzia Arpa

Audizione del dg Proietti: «Ecco come cambia il monitoraggio dell’inquinamento». A Terni una scuola per studiare la sostenibilità ambientale

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Nasceranno due dipartimenti, Umbria Nord e Umbria Sud, strutturati sul territorio delle due Asl: in questo modo, l’agenzia regionale per l’ambiente si uniforma geograficamente alla ripartizione territoriale delle Asl.

Luca Proietti

Proietti: «Ecco come cambia Arpa»

Il nuovo direttore generale dell’Arpa Luca Proietti ha illustrato la riorganizzazione presso la seconda commissione regionale, presieduta da Valerio Mancini (Lega), così come richiesto dal consigliere Fabio Paparelli (Pd). Proietti ha spiegato che è in corso «il ripristino dell’organizzazione dell’Arpa in modo conforme alla legge istitutiva: un direttore generale e un collegio dei revisori; un consiglio di indirizzo politico-amministrativo (mai convocato dal 2015); due direttori di dipartimento, per i quali ho già proposto dei nominativi alla presidente della Giunta. I centri di costo verranno razionalizzati per avere un controllo ferreo sulle spese e verrà creata una unità di coordinamento dei due dipartimenti, Umbria Nord e Umbria Sud, strutturati sul territorio delle due Asl. Puntiamo ad avere una forza maggiore e un controllo più stretto sui territori e sulle spese. Il bilancio verrà gestito dal direttore generale e dai due direttori di dipartimento, che dovranno affrontare un disavanzo di circa 1milione di euro. Nei prossimi mesi arriveremo all’assetto definitivo, che prevede anche un direttore amministrativo».

A Terni una scuola di specializzazione in sostenibilità

C’è in progetto la creazione, nella sede di Terni, di una alta scuola di specializzazione in sostenibilità ambientale, da strutturare insieme all’Università, al ministero dell’Ambiente e agli ordini professionali. Rispetto al problema della presenza dell’amianto, l’agenzia ha competenza solo per la mappature rispetto ai siti pubblici. La verifica della qualità dell’aria è affidata a 26 centraline fisse (5 delle quali si trovano a Terni, «che probabilmente avrebbe invece bisogno di maggiori controlli», fa notare il dg), la cui manutenzione costa 500mila euro all’anno: «Prevediamo in futuro di puntare sulle meno onerose centraline mobili, da collocare in base alle reali necessità, anche in presenza di situazione emergenziali, legate agli incendi».

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