Vaccini Umbria: «Sistema pre-adesioni, scelta senza logica»

Lettera di un cittadino: «Altrove si utilizza la più semplice prenotazione immediata. Ogni tanto è bene ammettere gli errori»

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Riceviamo e pubblichiamo la riflessioni di un cittadino umbro sulla campagna vaccinale anti Covid
di Alessandro Faustini

Leggo con attenzione i numeri in decrescita dei contagi nella nostra regione ed accolgo con estremo piacere il miglioramento continuo della situazione pandemica.

SPECIALE COVID – UMBRIAON

Non posso dire lo stesso di come la Regione Umbria stia gestendo la campagna vaccinale. In particolare mi sfuggono le scelte gestionali ed operative adottate per consentire a noi residenti di poter assolvere al ruolo di cittadini responsabili chiamati alla vaccinazione.

Non riesco a capire la logica adottata dalla società deputata allo sviluppo dell’applicazione informatica di prenotazione: la così chiamata preadesione. L’utilizzo di un sistema che disaccoppia il momento in cui il cittadino fornisce i dati per poter prenotare la vaccinazione ed il ‘sistema’, che in funzione di logiche dichiarate in base alla fasce di età, invia notifiche sms anche a settimane di distanza dalla stessa.

Mentre altre Regioni a noi limitrofe hanno adottato un semplice, ed aggiungo estremamente trasparente, sistema con calendario e prenotazione immediata basato su fasce di età, la Regione Umbria ha adottato un sistema assai meno trasparente, poco robusto e da quello che posso leggere soggetto ad errori di notifica per sms non inviati o errati.

Annulla la prima dose e inizia il ‘calvario’: «Una presa in giro»

Mi pongo questa domanda perché siamo giunti a giugno del 2021 ad ormai sei mesi dall’inizio della campagna vaccinale senza un sistema di prenotazione che definirei sufficiente a supportare questa fase pandemica. Purtroppo, come cittadino, vedo con rammarico che è carente anche la governance, la gestione della campagna stessa, in quanto la scelta di un modello con pre-adesione e successiva prenotazione non penso possa essere imputato soltanto a scelte puramente tecnologiche.

Tutto imputabile alle dosi di vaccino assegnate alla Regione Umbria, in numero così limitato da imporre tale scelta? Umbria unica Regione in Italia che, per penuria di dosi, è costretta ad intentarsi un così bizzarro metodo di preadesione, prenotazione? Sono convinto che la priorità per la vaccinazione sia sempre per le fasce di età più a rischio, ottantenni, settantenni, sessantenni.

Vaccini in Umbria: «Una regione piena zeppa di caregiver»

Non è ovviamente una mia opinione ma un’evidenza scientifica basata su numeri, studi e pubblicazioni. Pensare invece che ogni soggetto vulnerabile, mi riferisco in particolare alla legge 104, abbia la necessità di avere fino a quattro soggetti definibili come caregiver porta inevitabilmente a delle distorsioni e ad una gestione suppongo più complessa delle liste di prenotazione.

Mi piacerebbe che da parte di amministratori responsabili ci sia ogni tanto l’ammissione di aver commesso errori, mi piacerebbe che ogni tanto invece di reinventare la ruota i nostri amministratori imparassero, direi meglio copiassero, quello che altri hanno già fatto. La storia si ripete e a volte non vale la pena riscriverla da capo, è sufficiente imitarla. Un cittadino in attesa paziente di vaccinazione, anzi di sms di notifica, da ormai 12 giorni.

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