«’Vicesindaca’? No, conta la qualità dell’operato»

Sara Nicchi, amministratrice ad Attigliano, dice la sua sulle questioni ‘di genere’ in ambito politico

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di Sara Nicchi
Vice sindaco di Attigliano

Sono Sara Nicchi, ho 25 anni da settembre 2020 sono vicesindaco del mio paese, Attigliano. Ricopro un ruolo che solo negli ultimi anni ha iniziato ad essere rivestito anche da donne, sebbene sussista ancora una certa disparità numerica rispetto alle cariche politiche rivestite dagli uomini (nell’attuale governo Draghi, ad esempio, vi sono solo 8 donne su 23 ministri).

Sono convinta che la parità di genere sia alla base di una società civile ed è questo il motivo per cui non mi sento discriminata quando mi chiamano ‘vicesindaco’ e non ‘vicesindaca’ perché la differenza non deve farla un sostantivo, ma il nostro operato, quello per il quale siamo chiamate a rispondere. Mi piace pensare, nel mio piccolo, di essere un esempio da seguire per tutte le donne che mi hanno dato fiducia e che hanno creduto nelle mie capacità, perché possano capire che cambiare è possibile e che l’unico motivo per il quale possiamo essere giudicate deve essere solo ed esclusivamente il nostro lavoro.

La nostra Regione, l’Umbria, può essere un benchmark, in quanto le ultime governatrici sono state tutte donne: Maria Rita Lorenzetti, Catiuscia Marini ed oggi Donatella Tesei. Da anni si parla di pari opportunità ma nella realtà non è così, infatti, a parità di diploma lo stipendio delle donne è sempre inferiore a quello degli uomini. Secondo i dati dell’Istat sono le donne imprenditrici a pagare il tributo più salato della crisi innescata dal Covid-19.

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