Ispra: «Terni respira una brutta aria»

L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale pubblica il rapporto annuale e per la seconda città dell’Umbria le notizie non sono buone

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L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), ogni anno pubblica un rapporto, che aggiorna per tutti i 116 capoluoghi di provincia italiani un insieme di indicatori fondamentali per l’analisi della qualità ambientale delle città e per la valutazione della qualità della vita nelle aree urbane italiane.

Gli argomenti Numerosi i temi di interesse ambientale trattati alla scala urbana: fattori demografici, suolo e territorio, infrastrutture verdi, acqua, qualità dell’aria, rifiuti, attività industriali, trasporti e mobilità, esposizione all’inquinamento elettromagnetico e acustico, azioni e strumenti per la sostenibilità locale. E le notizie che ci si leggono, quest’anno, non sono per niente buone per Terni.

L’aria Secondo Ispra «gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) sono prodotti nei processi di combustione incompleta di materiali organici e sono emessi in atmosfera quasi totalmente adsorbiti sul materiale particolato. Molti composti sono cancerogeni, anche se l’evidenza di cancerogenicità sull’uomo relativa a singoli IPA è estremamente difficile, poichè in condizioni reali si verifica sempre una co-esposizione simultanea a miscele complesse di molte decine di IPA. La IARC (IARC, 2012) ha classificato in particolare il benzo(a)pirene (BaP), come cancerogeno per l’uomo (categoria 1)».

Il BaP Il benzo(a)pirene, sempre secondo l’istituto governativo, «è ritenuto un buon indicatore di rischio cancerogeno per la classe degli IPA valutati; è stato stimato un rischio incrementale pari a 9 casi di cancro polmonare ogni 100.000 persone esposte per tutta la vita ad una concentrazione media di 1 ng/m3 di BaP. L’OMS ha quindi raccomandato un valore guida di 1 ng/m3 per la concentrazione media annuale di BaP. Questo valore coincide con il valore obiettivo fissato dal D.Lgs 155/2010.
Oltre agli IPA, assumono particolare rilevanza igienico-sanitaria per l’accertata cancerogenicità il cadmio, il nichel e l’arsenico e i loro composti, che possono essere liberati in atmosfera veicolati dal materiale particolato. Anche per questi inquinanti la normativa vigente fissa un valore obiettivo e l’obbligo di valutazione e gestione della qualità dell’aria su tutto il territorio nazionale»..

I numeri «La prima informazione è la scarsa rappresentazione delle aree urbane del Centro, del Sud e delle Isole (nessun dato per le regioni, Marche, Molise, Campania, Basilicata e Sicilia). In 14 aree urbane il valore obiettivo è stato superato; la gran parte dei superamenti sono localizzati in aree urbane del Nord, cui si aggiungono Frosinone, dove si registra peraltro il valore più elevato (3,1 ng/m3) e Terni (1,2 ng/m3). In generale la principale sorgente di BaP è, oltre al trasporto su strada e alle combustioni industriali (esempio tipico, le acciaierie), il riscaldamento domestico, qualora il combustibile usato sia la legna. Ad Aosta e Terni, l’elevato livello di BaP è dovuto prevalentemente alle ricadute industriali. I livelli registrati nel 2015 sono generalmente superiori a quelli del 2014. I livelli di nichel più elevati, superiori a 6,0 ng/m3, si registrano ad Aosta, Genova, Bolzano, Vicenza, Terni e Catanzaro. Ad Aosta e Terni i valori in assoluto più elevati (16,5 e 18,6 ng/m3 rispettivamente); come per il BaP, la causa è dovuta alle ricadute industriali».

 

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