Aliquote al massimo, stangata sugli affitti

L’aumento dei tributi a causa del dissesto avrà i suoi effetti sul costo delle locazioni. A soffrire sarà soprattutto il commerciale, riunione tra associazioni di proprietari e inquilini

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di F.L.

Fino al 5% in più per gli affitti a canone libero, trend in aumento anche per quelli a canone concordato, che prevedibilmente andranno a raggiungere il limite massimo consentito. Si cominciano a fare i primi conti in tasca ai ternani dopo gli aumenti obbligati di aliquote e tariffe comunali – Imu e Tasi in particolare – deliberati dal commissario straordinario Antonino Cufalo sulla scorta della procedura di dissesto del Comune di Terni. Aumenti che, a fronte delle maggiori spese da affrontare per i proprietari degli immobili interessati, avranno inevitabilmente i loro effetti sul mercato delle locazioni.

TERNI E L’EFFETTO DISSESTO, LA DELIBERA DI ANTONINO CUFALO

Lo studio La stima degli effetti della stangata è stata fatta dall’Asppi, l’Associazione sindacale dei piccoli proprietari immobiliari, che proprio giovedì pomeriggio si è riunita con altre organizzazioni che rappresentano proprietari immobiliari ed inquilini (Confedilizia, Sunia, Uiat e Sicet) per fare il punto della situazione. La riunione era già stata convocata per discutere della questione del nuovo accordo in via di definizione sugli affitti a canone concordato, ma ovvio che il tema del giorno non poteva passare inosservato.

I rialzi «I nostri uffici hanno già svolto da tempo un’ipotesi previsionale – spiega l’avvocato Mauro Cingolani, presidente dell’Asppi provinciale -, prendendo ad esempio le metrature degli immobili più diffusi, quelli intorno a 80-90 metri quadri, per la maggior parte dati in locazione. L’aumento delle aliquote, se traslato, potrebbe avere effetti diversi a seconda del tipo di contratto che si sceglie: nella formula 4+4 sicuramente il mercato tenderà ad assestarsi tenendo conto dell’imposizione locale, con un aumento che sarà all’incirca del 4-5%, anche se non possiamo escludere aumenti anche maggiori. Nell’ambito del contratto a canone concordato ci si avvicinerà invece al tetto massimo localmente pattuito dalle associazioni di categoria». Proprio su questo punto sono allo studio gli ultimi dettagli in merito agli accordi territoriali di Terni, Narni, Amelia ed Orvieto, la cui tendenza è comunque quella del mantenimento degli stessi canoni precedenti. «Al di là di questa bomba, più o meno attesa, del dissesto – dice ancora Cingolani – la situazione socio-economica locale non permette di cambiarli».

Stangata sui negozi Ma chi avvertirà maggiormente gli effetti degli adeguamenti di aliquote e tariffe, saranno i proprietari degli immobili commerciali. «Sarà in questo ambito – continua Cingolani – che soffre già il momento di crisi, a causa della mancanza della domanda, che si avranno le maggiori tensioni. Le locazioni commerciali, inoltre scontano un modello normativo antico, che risale a 40 anni fa e che non gode del beneficio fiscale della cedolare secca, come avviene invece per le locazioni abitative a canone concordato».

Durata quinquennale Insomma, gli effetti non saranno indolori. E, cosa non secondaria, non saranno neanche rapidi, visto che il provvedimento non è revocabile ed ha efficacia per cinque anni.

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