Amelia, ecco ‘Sentieri’: arte nel centro storico

Il festival di arte contemporanea prenderà il via sabato 31 marzo e per un mese animerà vie e antichi spazi del borgo

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Prenderà il via sabato 31 marzo, con vernissage che si terrà alle ore 12 ad Amelia (Terni), il primo festival di arte contemporanea dal titolo ‘Sentieri’, organizzato dal Centro ricerca arte contemporanea diretto da Claudio Pieroni, con la collaborazione dell’associazione culturale Feng Huang diretta da Luo Guixia e sotto il patrocinio del Comune di Amelia.

Un’esposizione collettiva ed itinerante nel dedalo di vie del centro storico di Amelia che per un mese si trasformerà in luogo di sperimentazioni, un laboratorio e cornice di dialogo tra l’arte contemporanea e i residenti. Una mostra per immaginare le tappe di un percorso visivo e simbolico che accomuna, sfiorandole, la memoria e la metafora di viaggi lontani, tra oriente e occidente, tra ‘la via della Seta’ e la ‘via Francigena’.

Affascinanti ‘incroci’ Queste tracce Claudio Pieroni le ha percepite ed ha invitato i suoi artisti a ripensare questi segni e a dar loro corpo e immagine. Una proposta artistica, quella di ‘Sentieri’, che è un’interpretazione e un’attualizzazione di quel ricco tessuto di scambi culturali che si costruiva nei lunghissimi viaggi di pellegrini e mercanti, nel rapporto tra le diversità feconde di lingue, abitudini, riti, comportamenti e che si concretizzerà in un gruppo di ben 34 artisti, tra i quali un manipolo di giovani cinesi che proprio sul territorio hanno condotto precedentemente un laboratorio formativo.

Gli artisti si dissemineranno tra le vie del centro storico di Amelia per collocare le proprie opere – dipinti, fotografie, video, installazioni, tutto il composito repertorio dell’arte di oggi – negli androni di antichi palazzi nobiliari che verranno appositamente aperti per l’occasione, negli spazi monumentali delle antiche cisterne romane o sui muri di edifici chiesastici sconsacrati. Altre opere saranno introdotte nei luoghi in abbandono lungo le strade del centro storico: botteghe chiuse, officine in disuso, magazzini dimenticati. Ambienti disertati da chi ci ha lavorato e vissuto, ma abitati ancora da oggetti, strumenti e suppellettili che ne conservano la memoria e che diventano il sottofondo di esperienze e invenzioni dell’arte che ne ribaltano la vicenda identitaria in una dimensione trasfigurante.

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