Ast, rsu contro la Fiom: bagarre fra sindacati

Terni, le altre sigle rispondono alla polemica sull’accordo per il centro di finitura. «Non si può dire sempre no»

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Dopo le accuse di «intese preconfenzionate e baratti» mosse dalla Fiom Cgil nei confronti degli altri sindacati, in merito all’accordo firmato giovedì dalle rsu con l’azienda relativo al centro di finitura dell’Ast di Terni, non si è fatta attendere la replica di Fim, Uilm, Fismic e Ugl. «Le posizioni utili solo a pulire le coscienze senza assumersi le responsabilità – scrivono in una nota -, non ci appartengono e alle ridicole strumentalizzazioni delle rsu Fiom di queste ore, tanto per essere chiari, gli diamo quel poco valore che oggettivamente hanno».

La risposta

Secondo le quattro sigle «partecipare alle riunioni per dire semplicemente no, senza rappresentare in modo chiaro le motivazioni, produce un solo effetto che è quello di dare carta bianca all’azienda per fare tutto ciò che vuole e di farlo come e quanto vuole. Nel confronto avvenuto ieri (giovedì, ndr) al centro di finitura, quando abbiamo compreso che qualcuno perseguiva questa strada favorendo l’azienda a completo discapito dei lavoratori, abbiamo spinto nel farla impegnare formalmente disinnescando di fatto questo becero tentativo».

I contenuti

Poi Fim, Uilm, Fismic e Ugl entrano nel merito dell’accordo firmato, sottolineando che «il verbale di riunione sottoscritto, ha semplicemente ratificato quanto richiesto e discusso in due riunioni da tutte le parti presenti, dove l’azienda era partita dall’idea di smantellare completamente l’ente qualità in reparto, mettere in discussione gli operatori terzi addetti e sostanzialmente non riconoscere nulla in termini di professionalità, per arrivare alla mediazione finale dove l’azienda ha ceduto a parte delle nostre richieste, confermando 2 dei 5 operatori di qualità, avviando già dal mese di novembre un percorso formativo che sostanzialmente permetterà di avere nuove aperture relative ad un maggiore riconoscimento delle polifunzionalità che da sempre contraddistingue l’attività dei lavoratori di quell’area e a consolidare oggettivamente l’inquadramento del terzo operatore d’impianto».

Gli avanzamenti

Infine i sindacati, rispondendo ancora alla Fiom, si soffermano sugli avanzamenti di livello ottenuti per alcuni operatori. «Abbiamo inoltre ottenuto – concludono – il riconoscimento di ulteriori quattro 5s (i livelli degli operai, ndr) rispetto ai vecchi accordi. Avevamo richiesto più volte e senza successo, il riconoscimento di ulteriori quattro 5b, risposta che per onore del vero, ha rappresentato la motivazione per la delegazione Fiom per riservarsi la possibile firma in un secondo momento, cosa che alla luce di quanto abbiamo appreso dalla stampa poi non è più avvenuta».

L’Usb polemica

Così la rab del sindacato Usb in Ast: «Legittimamente alcuni pensano sia giusto contrattare e remunerare quello che per noi sarebbe invece un peggioramento delle condizioni di lavoro in fabbrica. La polifunzionalità e la flessibilità devono essere termini da rimuovere dal lessico e dal vocabolario del sindacato tutto. Ecco perché abbiamo ritenuto non opportuno firmare tale verbale. Non importa se in qualche area di Ast queste pratiche sono già in essere da molto tempo, anche da prima del nostro ingresso. Inspiegabile, semmai, è che non ci sia stata allora la volontà di far recedere l’azienda da questa modifica, epocale per i lavoratori dello stabilimento».

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