Cassa in deroga: accordo in Regione

Umbria: si riducono i tempi di accesso agli ammortizzatori sociali: da 15 a 7 giorni. Paparelli: «Rispettate le esigenze delle pmi»

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Schiarita sulla ‘cassa in deroga’: martedì mattina in Regione, insieme alle parti sociali, è stato sottoscritto l’accordo relativo al 2016. Nell’anno che si sta per concludere, in Umbria, ben 6.064 lavoratori sono stati interessati dalla cassa in deroga. 4.165 le domande pervenute e 2.518 quelle autorizzate, per un totale di 10,2 milioni di euro sulla base delle risorse assegnate dal ministero del lavoro.

L’obiettivo La giunta regionale ha preso atto dell’intesa, su proposta dell’assessore allo sviluppo economico Fabio Paparelli: «L’obiettivo – spiega quest’ultimo – è di rendere più efficace l’utilizzo di questo ammortizzatore sociale, relativamente ai tempi di accesso alle risorse e nella destinazione dei fondi di spettanza regionale. L’accordo recepisce le norme nazionali accogliendo anche le ipotesi presentate dalle parti sociali. E’ prevista la riduzione dei tempi di accesso agli ammortizzatori sociali che passano da 15 a 7 giorni, ciò soprattutto per venire incontro alle esigenze delle piccole imprese e in linea con la normativa sulla cassa ordinaria. Per quanto riguarda la mobilità in deroga – aggiunge Paparelli – questa potrebbe essere concessa a quei soggetti che non possono avvalersi di altri ammortizzatori sociali, un caso alquanto improbabile alla luce dell’attuazione della Naspi».

Regole La Legge di stabilità 2016, che stanzia 250 milioni aggiuntivi, prevede che la durata massima di fruizione della cassa integrazione in deroga non possa essere superiore a tre mesi, mentre la mobilità in deroga non può superare i quattro mesi. Inoltre possono accedere alla cassa in deroga le imprese, comprese le cooperative sociali, che non abbiano accesso agli ammortizzatori ordinari e i lavoratori che hanno un’anzianità aziendale non inferiore a 12 mesi. La cassa in deroga può essere concessa, in base al decreto ministeriale, solo per situazioni aziendali dovute ad eventi transitori e non imputabili all’imprenditore o ai lavoratori o determinate da situazioni temporanee di mercato, per crisi, ristrutturazioni o riorganizzazioni aziendali. Non può invece essere erogata in caso di cessazione dell’attività.

Le altre risorse «L’intesa – spiega l’assessore allo sviluppo economico – disciplina anche l’utilizzo delle risorse che sono nell’esclusiva disponibilità della Regione. Si tratta di fondi, pari al 5% dello stanziamento ministeriale, finalizzati a situazioni diverse da quelle previste dal decreto del 1° agosto 2014 che regola l’acceso agli ammortizzatori sociali. Secondo l’accordo queste risorse verranno utilizzate per finanziare le crisi di rilevanza regionale, le richieste degli studi professionali e le richieste di ammortizzatori, sia per la cassa straordinaria che ordinaria, che hanno incontrato un diniego da parte del ministero. Una questione – conclude Paparelli – che è stata sottoposta anche nell’ambito del coordinamento tecnico delle regioni».

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