FarmaciaTerni non si vende. Per il momento

La giunta: «Attualmente non è appetibile. Serve riorganizzazione manageriale valutando poi la cessione definitiva»

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«Dare avvio a tutte quelle attività necessarie e indispensabili ad una riorganizzazione, ristrutturazione e gestione manageriale di FarmaciaTerni s.r.l. tale da renderla concorrenziale sul mercato nazionale e valutare, in tempi successivi, la soluzione gestionale più consona alle esigenze, agli obiettivi e agli interessi dell’ente e della società. Compresa la valutazione dell’opportunità di cedere definitivamente le quote sociali». Questo è quanto deciso lunedì mattina dalla giunta comunale: un nuovo atto che fa seguito agli annunci (con tanto di attacchi mirati dell’assessore al bilancio Fabrizio Dominici) e alla bagarre politica scoppiata sul tema.

FARMACIATERNI: «NON VENDERE, MA VALORIZZARE»

La non appetibilità e la crisi

L’assessore Dominici in III° commissione consiliare

Per ora le quote della società non si vendono. Nessuna fretta insomma al momento, perché la giunta fa presente che «la crisi del mercato del farmaco sta comportando un minor interesse degli investitori privati all’acquisto di quote di aziende pubbliche e ha avuto come conseguenza quella di modificate e rimodulare la strategia gestionale prevista. La situazione economica in cui versa attualmente FarmaciaTerni, le criticità finanziarie riscontrate nonché l’elevato numero di dipendenti in organico presso la medesima, portano a considerare la società non appetibile sul mercato del farmaco con un probabile minore interesse degli investitori privati a partecipate alle gare per acquisire quote e/o di deprezzamento delle stesse». E dunque «si rende necessario procedere ad una riorganizzazione, ristrutturazione e gestione manageriale tale da renderla concorrenziale nel mercato nazionale anche per quanto riguarda il livello di redditività».

VIA LIBERA AGLI AFFITTI DA PAGARE

La spiegazione

Fausto Sciamanna e Nicola Nulli Pero

Via libera dunque alla modifica del passaggio – cessione del 90% delle quote, delibera di consiglio comunale del 28 settembre 2017 – relativo alla vendita, al quale si lega il Dup 2018-2020 e la «valutazione dell’opportunità di completare il percorso di cessione». Di mezzo c’è anche un altro tema rilevante: «La distribuzione del farmaco – fa presente la giunta per supportare la decisione – rappresenta una delle finalità del servizio sanitario nazionale che, lo stesso servizio, può erogare mediante le farmacie di cui possono essere titolari, oltre i privati, anche gli enti locali; la distribuzione dei farmaci è attribuita dal legislatore alla sfera di competenza delle aziende sanitarie e non agli enti locali, aziende sanitarie che tuttavia possono assegnare la titolarità delle farmacie a privati o ad enti pubblici rappresentando uno strumento di cui il servizio sanitario nazionale si avvale per l’esercizio di un servizio pubblico assegnatogli direttamente dal legislatore». 

L’ASSESSORE FABRIZIO DOMINICI SENZA FRENI IN COMMISSIONE CONSILIARE SU FARMACIATERNI

Pubblica utilità

Per quel che riguarda il servizio di interesse generale «include quei servizi relativi ad attività di fornitura di beni e servizi che sarebbero svolti in condizioni differenti in termini di accessibilità fisica ed economica, continuità, non discriminazione, qualità e sicurezza, che le amministrazioni pubbliche assumono come necessarie per assicurare la soddisfazione dei bisogni della collettività di riferimento, così da garantire l’omogeneità dello sviluppo e della coesione sociale ivi inclusi i servizi di interesse economico generale. Nel caso di assegnazione della titolarità delle farmacie ad un ente locale da parte del servizio sanitario nazionale, con il riconoscimento di un interesse generale riconducibile alla tutela del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione, detto servizio gestito dall’ente locale deve necessariamente essere ricompreso nell’ambito dei servizi di interesse generale finalizzato al raggiungimento – nella delibera di consiglio del 28 settembre 2017 invece non era così, in riferimento all’azione di razionalizzazione delle partecipate e della cessione del 90% delle quote – delle finalità istituzionali dell’ente». Ora l’atto sarà inviato alla sezione regionale di controllo della Corte dei conti.

«Si apra discussione costruttiva»

Alessandro Gentiletti

Così il consigliere comunale Alessandro Gentiletti (Senso Civico) sulla delibera con proposta al consiglio comunale ‘licenziata’ dalla giunta Latini: «Esprimo soddisfazione per la decisione di revocare la delibera di vendita delle quote di FarmaciaTerni, sebbene si tratti di un atto dovuto. Infatti, come ho avuto modo di evidenziare più volte ed infine con l’interrogazione dello scorso 8 agosto, il presupposto della delibera emanata dalla precedente amministrazione, ovvero il riequilibrio finanziario per evitare il dissesto, è notoriamente venuto meno. Molti, inoltri, gli impedimenti giuridici che avrebbero ostato alla vendita. Mi auguro che sul tema di come valorizzare le farmacie comunali, che a mio giudizio devono restare pubbliche, ora si possa finalmente aprire una discussione seria e costruttiva, libera da ogni pregiudizio ideologico».

«Scelta lungimirante». Consiglio il 27 e 28 settembre

Francesco Maria Ferranti

Il presidente del consiglio comunale Francesco Maria Ferranti (Forza Italia) parla di «scelta responsabile e lungimirante della giunta comunale che salvaguarda il patrimonio dei cittadini ternani e mira a rilanciare un azienda municipalizzata. Esprimo soddisfazione e sono certo che il consiglio comunale coglierà questa opportunità dando il via libera a questa delibera: ho appositamente e preventivamente convocato la massima assise cittadina per giovedì 27 e venerdì 28».

Thomas De Luca

M5s: «Delibera invotabile»

Così Thomas De Luca, consigliere comunale del Movimento 5 stelle: «La delibera della giunta Latini sulle farmacie comunali è invotabile nella sua formulazione attuale. Si propone al consiglio di modificare una delibera precedente senza specificare come: quali parti sostituire, emendare o eliminare nel dispositivo o negli allegati. Una delibera impugnabile in ogni aspetto sotto il profilo amministrativo. Al momento la nostra proposta di delibera rimane quindi sul tavolo, ci auguriamo di poter trovare nelle prossime ore una proposta emendativa condivisa per salvare la società».

Leonardo Bordoni

«Prendersi il giusto tempo»

A parlare è anche il presidente della terza commissione consiliare, e consigliere della Lega, Leonardo Bordoni: «Nei giorni scorsi – afferma – è stata sollevata dal presidente del consiglio comunale, la questione della mancata approvazione del bilancio 2017 di FarmaciaTerni Srl. Ci si è posti il dubbio se la mancata approvazione del bilancio a causa dell’inerzia dell’assemblea dei soci (o meglio a causa del suo andare deserta) possa ‘condurre la vicenda in tribunale’. Detto altrimenti, se questo potrebbe portare allo scioglimento della società secondo le regole civilistiche. Il dubbio può essere legittimo e cogliendo l’invito del presidente Francesco Ferranti voglio rassicurare i cittadini. Non c’è nessuna norma che comporta automaticamente lo scioglimento per mancata approvazione del progetto di bilancio. È vero però che la mancata approvazione per diserzione dell’assemblea potrebbe essere elemento sintomatico di una ‘continuata inattività dell’assemblea dei soci’, circostanza questa sì, causa di scioglimento. In tal caso la circostanza – spiega Leonardo Bordoni – deve essere irreversibile e non rimediabile con gli ordinari strumenti societari. In altre parole è necessario che sia prova di un implicito disinteresse del Comune alle vicende della società. Va detto poi che ordinariamente l’approvazione del bilancio comporta la validazione dell’operato degli amministratori. Oggi è innegabile che il Comune stia riservando una particolare attenzione al destino di FarmaciaTerni e che la giunta nutra dei dubbi sull’operato del management. È quindi opportuno, oltre che doveroso ‘prendersi il giusto tempo’, anche in considerazione del fatto che il bilancio per l’esercizio 2017 avrebbe dovuto essere approvato entro aprile 2018 o, ricorrendone i presupposti, al più tardi entro giugno 2018, quando ancora la giunta non era insediata. Un ritardo nell’approvazione di qualche mese in questo contesto è normale e niente affatto indice di inattività, come avvenuto peraltro per altre partecipate del Comune, il cui bilancio è stato approvato solamente nei giorni scorsi. In conclusione – osserva Bordoni -, fermo restando che gli obblighi di legge vanno rispettati e che la vicenda deve trovare una celere definizione, non si ravvisa alcun pericolo. In ogni caso, ogni dubbio potrà essere fugato a breve, probabilmente giovedì 4 ottobre, data da confermare, quando in terza commissione consigliare è in programma l’audizione dei sindaci di FarmaciaTerni, come richiesto dalla stessa società e da un commissario.  In quella sede potranno essere richiesti al collegio sindacale tutti i chiarimenti opportuni».

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