«FarmaciaTerni paghi gli affitti»: ok all’atto

Palazzo Falchi, ammortamento e uso degli immobili: la 3° commissione approva. L’amministratore prova a tenere il punto

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Sciamanna e Nulli Pero

Tiene il punto, come da previsioni. Senza lasciarsi andare – fatta eccezione sul ‘pressing’ di Emanuele Fiorini che gli chiede del locale di Gabelletta e se è a corrente dell’esistenza di una delibera che autorizzavano le farmacie a non pagare l’affitto negli anni precedenti – a risposte nette o ‘nervose’. Giovedì pomeriggio l’amministratore unico e il dirigente di FarmaciaTerni s.r.l., rispettivamente Fausto Sciamanna e Nicola Nulli Pero, sono stati ospitati dalla III° commissione consiliare per un’audizione in merito alla delibera di giunta approvata il 10 agosto scorso che mette ordine sull’utilizzo di alcuni – palazzo e farmacia Falchi, ospedale1 – locali. «Non ci vogliamo mettere in contraddittorio per queste cose, ma è un passaggio fondamentale perché il collegio sindacale mi darebbe parere contrario a firmare un contratto di locazione privo di una valutazione da parte nostra. E non lo farei mai». Chiaro. La commissione dà l’ok con 5 voti favorevoli  e 3 astenuti. Silenzio assoluto – «non parlo di questioni che non rientrano nell’ordine del giorno» – sulla novità odierna legata al Tar dell’Umbria.

I CANONI DI LOCAZIONE APPROVATI DALLA GIUNTA E IL NODO FALCHI: LA DELIBERA APPROVATA

Fiorini e Ceccotti

Costo storico e residui

Ci sono da pagare gli affitti, in definitiva. Parte della battaglia in corso – Falchi in primis – si basa su questo e Sciamanna, con calma, ha spiegato la propria versione: «Possiamo partire dalla delibera di giunta del 1994 che assegnava alla vecchia azienda farmaceutica l’immobile di palazzo Falchi. Avveniva dietro il sostentamento dei costi di manutenzione da parte dell’azienda; poi nel 1999 con il commissario straordinario ci fu una marcia indietro per consentire il recupero a favore dell’ente, quindi l’anno successivo con un ulteriore atto l’ente autorizzava la società ad ammortizzare per 30 anni il costo per la ristrutturazione dell’immobile: oggi abbiamo a bilancio un costo storico per quella storia di 899 mila e 845 euro, con residuo da ammortizzare per 356 mila euro circa».

L’ASSESSORE DOMINICI SCATENATO IN COMMISSIONE SULL’ARGOMENTO, VIDEO

La III° commissione consiliare

L’interpretazione e il valore dei canoni: «Di parte, così non posso firmare»

Si passa al nocciolo della questione. Per Sciamanna il semaforo verde sull’ammortamento trentennale era una sorta di «affitto di fatto» perché in realtà «non è mai stato contrattualizzato. Tuttavia l’ok all’ammortamento trentennale legittimava l’utilizzo in quanto comportava l’utilizzo del bene». Arriviamo ad agosto 2018: «Veniamo poi all’ultima delibera, prendo atto del cambio di orientamento da parte dell’amministrazione comunale, legittimo. L’unica cosa che mi hanno sollecitato dal collegio sindacale è la valutazione dei canoni di locazione: ok, è fatta dagli uffici tecnici del Comune, ma è di parte. Se l’ente poteva in autotutela annullare una delibera precedente per ripensarci? Bisognerà sentire un parere legale, ma credo che vada bene. Canoni? Passaggio fondamentale perché il collegio sindacale mi darebbe parere contrario a firmare un contratto di locazione privo di una valutazione da parte nostra. E non lo farei mai. Mi andrebbe bene anche se di comune accordo chiamassero un tecnico ‘superpartes’ per la valutazione». Accenno di difesa.

Sciamanna, Nulli Pero e Bordini a colloquio

Il pressing e l’inghippo

I consiglieri incalzano Sciamanna e Nulli Pero: «Come è stato fatto il calcolo per il residuo dell’ammortamento»? Inizia Maurizio Cecconelli (FdI), poi salta fuori l’enigma in merito all’effettivo anno di inizio dell’ammortamento in base all’utilizzo. Questioni tecniche. Dall’altro lato c’è Valdimiro Orsini (Pd): «Non è pacifico che le farmacie debbano iniziare a pagare l’affitto». Focus anche su corso Tacito: «Non c’è planimetria dei locali. La delibera non è votabile perché la valutazione è di parte e non rispetta i prezzi di mercato. Serve una perizia dell’azienda». Sciamanna ascolta e ci tiene a sottolineare un aspetto dopo l’osservazione del presidente di commissione Leonardo Bordoni, che gli chiede se risultasse l’approvazione del consiglio comunale all’epoca: «Ok l’aspetto fiscale, ma è fondamentale l’utilizzo effettivo. Quella delibera del 2000 per me è una sorta di ‘giustificazione’ per il mancato contratto. Si tratta di delibera di giunta». Bingo. Nel documento anche la specifica sul fatto che l’azienda farmaceutica può usufruire dello sconto per i lavori effettuati a palazzo Falchi.

Paolo Angeletti

Fiorini, l’affitto e i dubbi di Angeletti e Gentiletti

Sciamanna cerca di resistere anche all’input di Fiorini: «Esiste una delibera di consiglio che autorizzava le farmacie a non pagare l’affitto negli anni precedenti? E per Gabelletta?». L’amministratore unico tiene botta: «Non c’ero all’epoca, ho fatto una ricerca e ripeto che quell’ammortamento trentennale è una specie di contratto di locazione autorizzato, seppur non contrattualizzato. Il bene è occupato da anni e nessuno ci ha mai intimato nulla. Locale di Gabelletta è stato acquistato, non so con quali soldi visto che non c’ero quando è stato fatto». Paolo Angeletti (Terni Immagina) si è detto «perplesso dopo la relazione di Sciamanna. Dobbiamo vedere questa delibera del 2000, è determinante». Se è effettivamente valida la richiesta di affitto non si capisce». Torna alla carica Cecconelli: «La delibera del 2000 non parla di uso trentennale, ma di ammortamento e inoltre l’utilizzo parte dal 1994, quindi doveva partire – l’interpretazione – da quel momento». Anche per Gentiletti (Senso Civico) «quell’atto non può essere considerato un contratto di locazione».

Il voto e l’attacco alla maggioranza

Alessandro Gentiletti

Infine la votazione poco prima delle 16.30. Astensione per il gruppo Pd: «Delibera con incertezze», commenta Orsini, mentre Gentiletti (senza diritto di voto) ne approfitta per evidenziare che «l’amministrazione usa il potere pubblico in maniera arbitraria, con arroganza, come dimostrato dall’assessore Fabrizio Dominici». Patrizia Braghiroli puntualizza che nell’atto «c’è indeterminatezza dei dati, ci asteniamo». Chiusura per Cristiano Ceccotti (Lega): «Le precedenti amministrazioni hanno sottovalutato la questione e ora la stiamo definendo». Cinque voti a favore e tre astenuti, partita chiusa. Manca l’ok del consiglio comunale.

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