I 31 dell’Electroterni protestano in Comune

Ancora cassa integrazione per l’azienda dell’indotto Ast. I sindacati: «Intervengano le istituzioni». Volantinaggio a palazzo Spada

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Nuova cassa integrazione per i lavoratori del gruppo Electroterni, che da tempo vivono una situazione di difficoltà legata ad un mercato reso sempre più complicato dall’alta competizione e dall’alto costo della materia prima. L’azienda – che conta in totale 31 lavoratori – già a maggio aveva attivato l’ammortizzatore sociale, ora riproposto.

La posizione dei sindacati

Lo strumento della cig, secondo le segreterie provinciali di Fim, Fiom, Uilm e Fismic, può essere un provvedimento temporaneo ma non risolutivo della mancanza di ordini, dei costi elevati di trasformazione e della mancanza di prospettive industriali strutturali. «Essendo emerso dall’ultimo incontro avuto in Confindustria, in modo evidente da parte della proprietà di Electroterni, lo stato di difficoltà e al momento, la mancanza di prospettive di ripresa – si legge in una nota unitaria delle quattro sigle -, riteniamo doveroso evidenziare questa ulteriore crisi industriale che va ad aggiungersi a tante altre che su questo territorio persistono».

L’appello

Per queste ragioni verrà chiesta alle istituzioni regionali e locali la possibilità di affrontare insieme questa situazione, «prima che sia troppo tardi e prima che termino gli ammortizzatori sociali, per verificare insieme se ci sono possibilità di ripresa e rilancio delle attività». «È evidente – conclude la nota – che Terni non può permettersi un ulteriore indebolimento del proprio tessuto produttivo, ma soprattutto non può permettersi un’ulteriore perdita di posti di lavoro». In attesa del prossimo incontro le segreterie territoriali, insieme alla rsa di Electroterni, hanno quindi organizzato per giovedi 18 ottobre, a partire dalle 15.45, un presidio con volantinaggio davanti al Comune di Terni.

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