Gruppo Electroterni, 32 posti di lavoro a rischio

Altre 13 settimane di cassa integrazione per l’azienda del lamierino magnetico. Sindacati chiamano in causa le istituzioni

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Altra cassa integrazione – tredici le settimane previste – per i lavoratori del Gruppo Electroterni. Questo l’esito dell’incontro che si è tenuto venerdì mattina in Confindustria, fra i sindacati – Fim, Fiom Uilm e Fismic – e la proprietà dell’azienda. Una situazione di difficoltà, quella dell’azienda che produce e distribuisce lamierino magnetico, legata ad um mercato reso via via sempre più complicato – secondo le sigle – dalla competizione sfrenata del mercato e dall’alto costo della materia prima.

La vertenza-magnetico all’origine «È evidente – scrivono i sindacati – che le scelte del 2005 fatte a Terni, condivise a livello politico nazionale, hanno inciso notevolmente sull’aggravio di costi dell’approvvigionamento di lamierino magnetico che incide quasi per l’80% dei costi aziendali. Ricordiamo a tutti quanto sostenevamo, denunciando i rischi ed il pericolo, per il paese Italia, di diventare importatore e non più produttore di lamierino magnetico».

Attualità difficile «Oggi – proseguono le sigle – siamo a denunciare la situazione di difficoltà aziendale di Electroterni. Lo strumento della Cig, per quanto ci riguarda, può essere un provvedimento temporaneo ma non risolutivo della mancanza di ordini, dei costi elevati di trasformazione e della mancanza di prospettive industriali strutturali. Essendo emerso dall’incontro, in modo evidente da parte della proprietà di Electroterni, lo stato di difficoltà e, al momento, la mancanza di prospettive di ripresa, riteniamo doveroso evidenziare questa ulteriore crisi industriale che va ad aggiungersi a tante altre che su questo territorio persistono».

Ennesima crisi, ennesime richieste «Per queste ragioni chiederemo alle istituzioni regionali e locali la possibilità di affrontare insieme questa situazione, prima che sia troppo tardi e prima che termino gli ammortizzatori sociali, per verificare insieme se ci sono possibilità di ripresa rilancio delle attività. È evidente che Terni non può permettersi un ulteriore indebolimento del proprio tessuto produttivo, ma soprattutto non può permettersi un’ulteriore perdita di posti di lavoro».

Numeri Il Gruppo Electroterni – composto dalla Electroterni di via Centurini, dalla Magnetic di via Flagiello e dalla Maestrale Industrie Terni – conta in totale 32 lavoratori così suddivisi: 16 alla Electroterni (14 operai e 2 impiegati che ora, con la Cig, lavorano un giorno a settimana), 10 alla Magnetic (9 operai e 1 impiegato) e 6 alla Maestrale (5 operai e 1 impiegato). Trentadue famiglie, in tutto, che vedono il proprio futuro a rischio.

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