La legalità nel ricordo di Emanuela Loi

Terni le intitola il parco in viale Trento; il fratello e la nipote giovedì mattina presenti alla conferenza ‘La legalità inizia sui banchi di scuola’

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‘La legalità inizia sui banchi di scuola’. Era questo il titolo della conferenza rivolta agli studenti delle scuole superiori nell’ambito del progetto alternanza scuola-lavoro, che si è svolta giovedì mattina alla Camera di commercio di Terni.

La legalità

Alla conferenza introdotta dal presidente dell’ente Giuseppe Flamini, sono intervenuti il questore uscente Antonino Messineo, il neoprefetto Emilio Dario Sensi e i familiari di Emauela Loi, vittima della mafia. Il rispetto della legalità, il senso civico, aiutare il prossimo e mettersi al servizio della comunità, sono i principi che guidano quotidianamente ogni agente nello svolgimento della propria attività, che insieme allo spirito di sacrificio e alla passione per il proprio lavoro, sono alla base della scelta di entrare in polizia. Sono questi i principi evidenziati dai relatori giovedì mattina.

Un parco intitolato ad Emanuela Loi

Principi che sicuramente aveva anche Emanuela Loi, la prima donna della polizia di Stato uccisa in servizio nella strage di via D’Amelio, illustrati dai suoi familiari – il fratello Marcello e la nipote Emanuela – in città in occasione degli eventi celebrativi per scoprire la targa in ricordo di Emanuela, venerdì 6 dicembre 2019, nel parco a lei intitolato in viale Trento e per l’anniversario dei 60 anni dell’ingresso delle donne nella polizia di Stato. Nonostante la tragedia che ha colpito la famiglia Loi, la nipote, nata pochi mesi dopo la morte della zia, di cui ne porta il nome, ha scelto la stessa professione, proprio perché convinta che solo attraverso la legalità e il rispetto delle leggi si può vincere il crimine. «Queste giornate – evidenzia Emanuela – che riguardano mia zia Emanuela Loi, sono per noi familiari motivo di grande orgoglio. Penso che lei sia stata un’eroina dei nostri tempi e spero che il suo sacrificio non sia stato vano. La missione che ci ha lasciato, infatti, è stata quella della testimonianza della legalità, della cultura e dell’educazione, sopratutto verso i giovani che sono il nostro futuro e devono avere dei modelli positivi da seguire. Vorrei anche io entrare in polizia e spero di riuscirci perché sono risultata idonea e sono in attesa di partecipare al corso di formazione».

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