Ternana e ‘Liberati’: ecco rate per il debito

Il piano di rientro era stato stabilito nel 2018, ora c’è lo schema di attuazione: sei importi semestrali per un totale di 267 mila euro

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di S.F.

Sei rate semestrali che vanno da un minimo di 44 mila 837 euro ad un massimo di 45 mila 570, dal 1° aprile 2019 al 1° ottobre 2021. Gli interessi maturati superano i 3 mila euro: il Comune di Terni ha definito il piano di rientro con il quale la Ternana Calcio dovrà pagare ciò che resta dell’importo legato all’utilizzo dello stadio ‘Liberati’ di Terni nel corso degli anni. Il ‘patto’ tra le parti era stato stabilito oltre un anno fa, ora c’è il dettaglio di cifre e periodi. Il tutto verrà poi girata per intero all’Organo straordinario di liquidazione in quanto riguarda il pre 31 dicembre 2017.

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Le rate stabilite

Equitalia e Comune

In sostanza è il debito della Ternana Calcio – accumulato durante la gestione Longarini e preso in carico dalla proprietà Unicusano – ha nei confronti del Comune per i canoni dello stadio ‘Liberati’. I tecnici (la richiesta era stata proprio della società a seguito dell’acquisizione completa del club) avevano calcolato l’importo che mancava: 385 mila 329 euro per terza e quarta rata dell’annata 2010-2011 e l’intera convenzione 2011-2012 (in questo caso la Ternana risolverà direttamente con Equitalia, i restanti 267 mila 816 euro sono invece delle stagioni 2012-2013, 2013-2014, 2014-2015 e 2016-2017. La società tuttavia nel tempo ha svolto dei lavori di miglioria dell’impianto – anche per la sicurezza, il Comune li ha riconosciuti – e dunque la cifra non risulta troppo elevata.

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Le chiavi del Libero Liberati

Il piano di rientro

La Ternana dal canto suo aveva provato a farsi riconoscere per intero lavori per 2 milioni 894 mila euro, ricevendo il ‘due di picche’ da palazzo Spada: l’ok (ed è la cifra scorporata) è arrivato per soli 828 mila 183 euro «per la quale la società è stata in grado di rendicontare i pagamenti». Da qui il piano di rientro approvato nei giorni scorsi: prima rata il 1° aprile 2019 da 44 mila 837 euro, quindi a seguire partiranno esborsi per 44 mila 984 euro, 45 mila 130, 45 mila 277, 45 mila 423 e, a chiudere, 45 mila 570.  Altro cash da spendere per Stefano Bandecchi, sempre che – i cambi di idea sono all’ordine del giorno – non decida di rimettere in vendita la società. C’è qualche debito da sistemare insomma, retaggio della vecchia gestione.

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