Terni, caos in consiglio: seduta subito sciolta

Bagarre su presunte incompatibilità, Ferranti prende la parola e dà l’immediato stop: «Istruttoria in corso». Scatta la ‘caccia’ ad Aronica da parte dell’opposizione per le spiegazioni

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De Angelis e De Luca tra i più attivi post scioglimento

Di nuovo un – clamoroso, seppur atteso – nulla di fatto: dopo l’impasse di giovedì anche la seduta del consiglio comunale convocata per venerdì pomeriggio – all’ordine del giorno l’elezione dei presidenti e dei vicepresidenti delle tre commissioni consiliari permanenti e quella di controllo e garanzia – si è conclusa ancora prima di iniziare. Tra le inevitabili proteste delle opposizioni. Durata totale? Il tempo del messaggio per lo scioglimento da parte del presidente del consiglio, Francesco Maria Ferranti. Cinquanta secondi in linea di massima. Rinuncia al gettone di presenza per tutti.

CASO PRESUNTE INCOMPATIBILITÀ, ORSINI VS MELASECCHE – VIDEO

Orsini vs Aronica, nuovo round

L’istruttoria Ferranti, dopo un breve conciliabolo esterno all’aula con alcuni consiglieri, ha preso la parola – assente il sindaco Leonardo Latini, non l’unico – e ha spiegato che «l’istruttoria relativa alle richieste di accesso agli atti per la verifica di possibili incompatibilità, proposta dal consigliere Orsini, non è ancora conclusa. Mancano ancora dei dati, pertanto – ha continuato appellandosi poi all’articolo 11 del regolamento comunale, Aronica poi tirerà in ballo il 21 – ritengo che gli atti votati nella seduta di oggi sarebbero illegittimi». L’istrutturia è quella relativa alla presunta posizione ‘irregolare’, per il mancato pagamento di multe e Tari, di alcuni assessori e consiglieri. E così consiglio sciolto, tra l’imbarazzo del segretario generale Giuseppe Aronica e la bagarre delle opposizioni. La partita era appena iniziata: Aronica è stato circondato dai consiglieri di minoranza per chiedere deludicazioni sull’atto appena portato a termine da Ferranti.

Alcuni consiglieri di maggioranza, giovedì assenti

«Comune paralizzato, follia» Tra i primi a scatenarsi per le modalità di scioglimento Tiziana De Angelis (Pd) e Thomas De Luca (M5S): «Per stessa ammissione – il commento a caldo dell’esponente pentastellato – del segretario generale e del presidente ci troviamo di fronte a un consiglio comunale che non è legittimato a svolgere le sue funzioni. In maniera del tutto irrituale e con una forzatura regolamentare che va contro ogni logica, hanno sciolto la seduta del consiglio dopo trenta secondi: costerà comunque ai cittadini oltre 3 mila euro per i gettoni di presenza validi. Una situazione non accettabile: se gli atti deliberati fino ad oggi dovessero essere sottoposti ad una procedura di illegittimità, significa che anche il presidente del consiglio è illegittimo. Comune di Terni paralizzato, una follia. Bisognava eleggere – conclude – le commissioni e andare avanti per dare risposte ai bisogni dei cittadini».

L’articolo 21, comma 1, lettera a: la base della difesa di Aronica

Pd e Senso Civico: «Una vergogna» «Il gruppo consiliare – parla il capogruppo del Pd Francesco Filipponi – del Partito democratico esprime indignazione per come è iniziata e finita la seduta in pochi secondi. Una vergogna per quello che pensiamo e faremo nelle prossime ore: un comportamento del genere non sia degno di una maggioranza consiliare di questo Comune». Per il consigliere di Senso Civico Alessandro Gentiletti è una «situazione è paradossale e assurda, uno schiaffo nei confronti della città. Rappresenta l’inadeguatezza della maggioranza: politicamente prepotente e incapace di governare. Che venga sciolta la seduta e si prospetti la nullità degli atti è una cosa gravissima, sia dal punto di vista politico che da quello legale».

Ferranti va a chiamare i consiglieri: in circa un minuto scioglierà la seduta

Morosità e dissesto Valdimiro Orsini (Pd) è colui che, di fatto, ha fatto partire la bagarre: «Non sono artefice di nulla, ho sollevato la questione nel rispetto della trasparenza. Dovrebbe essere alla base di un’amministrazione comunale: la maggioranza in campagna elettorale ha detto che avrebbe fatto del Comune una casa di vetro e invece non è così. Al momento ci sono dei consiglieri incompatibili in quanto hanno delle morosità, in alcuni casi molto considerevoli. Nostro malgrado ci accorgiamo, seppur in piccola parte, che qualcuno della maggioranza è artefice del dissesto finanziaro non avendo versato nelle casse comunali quanto dovuto per tasse e tributi. Come fanno tutti i cittadini». Al momento dell’annuncio erano presenti solo gli assessori Marco Cecconi, Enrico Melasecche e Valeria Alessandrini.

Giuseppe Aronica

Lo scioglimento, i dubbi e la ‘caccia’ ad Aronica In precedenza – il tempo di far finire Ferranti – De Luca e Filipponi avevano fatto notare a Ferranti ed Aronica che «lo scioglimento va votato, le commissioni le facciamo a settembre?». Subito dopo è scattato Orsini che, manco a dirlo, aveva qualcosa da dire al segretario comunale: «Impari e farlo e rispetti le leggi», il messaggio lanciato tête-à-tête. Aronica impassibile. Il tutto mentre il presidente del consiglio, lì vicino, gli chiedeva «quando si è aperta l’istruttoria?». Non delle scene memorabili.

La richiesta L’opposizione nel contempo ha avanzato formale richiesta – articolo 39, comma 2 del Tuel – per riunire entro il termine perentorio dei 20 giorni da oggi il consiglio comunale per l’elezione dei presidenti e dei vicepresidenti delle commissioni. «L’urgenza della convocazione – scrivono in una nota i gruppi delle opposizioni M5S, Pd, SC e TI – è dovuta alle disposizioni regolamentari che impongono al consiglio comunale di rendere funzionali le commissioni entro 15 giorni dalla nomina del presidente del consiglio avvenuta il 19 luglio scorso, così come prescritto dall’articolo 29 comma 2 del regolamento del consiglio comunale. Tutto ciò con l’obiettivo di dare piena funzionalità al consiglio comunale cosicché l’amministrazione nel suo complesso possa iniziare a dare risposte alle esigenze urgenti delle città».

Devid Maggiora

«Atto di tutela» Nel tardo pomeriggio infine ecco la nota del vicepresidente del consiglio comunale, Devid Maggiora (Lega): «Considerata la situazione d’istruttoria tutt’ora aperta, legata alla verifica della situazione debitoria di alcuni consiglieri, il presidente del consiglio comunale Ferranti, sentito il parere favorevole del segretario generale Giuseppe Aronica, ha deciso di sciogliere la seduta. Lo ha fatto per tutelare la legittimità e il corretto funzionamento dell’istituzione, preservando così il consiglio comunale stesso dall’approvazione di atti che potrebbero essere poi invalidati».

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