Terni, niente rimpasto: tagli netti in giunta

Vanno a casa Andreani, Armillei, Riccardi e Tedeschi. Deleghe redistribuite e si procede verso la vendita delle farmacie e il taglio dei costi. Opposizioni critiche, soddisfatto il PD

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di M.T.

Fuori in quattro – Francesco Andreani (urbanistica), Giorgio Armillei (cultura), Daniela Tedeschi (commercio), Carla Riccardi (scuola) – e nessun nuovo ingresso, ma solo una redistribuzione di deleghe fra i cinque assessori ‘superstiti’. Queste le decisioni del sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo. Dopo mesi di tira e molla sul ‘rimpasto’ di giunta, il percorso è finalmente giunto a conclusione, ancorché destinato, lunedì pomeriggio, a saggiare il ‘gradimento’ del consiglio comunale in una seduta che si preannuncia decisamente calda.

DI GIROLAMO: «ECCO LE STRATEGIE» – VIDEO

Le idee Le ultime sortite – Giorgio Armillei pare non aver gradito troppo la ‘lettura’ che noialtri che lavoriamo nei media, magari poco acculturati, abbiamo dato della sua; mentre Stefano Bucari nell’intervista concessa ad umbriaOn ha fatto un ragionamento di respiro più ampio – lasciavano comunque intendere che affrontare con decisione una crisi; che appare non solo grave dal punto vista economico, ma anche sotto il profilo delle idee; fosse una decisione ormai improcrastinabile.

Le deleghe Il sindaco, alle deleghe che già aveva conservato sotto la sua giurisdizione – prime tra tutte quelle dello sviluppo economico, delle politiche del lavoro e della sanità (che mantiene), assume anche quelle all’università, alla programmazione strategica, a Civiter e all’Area vasta. Visto che a breve lascerà la presidenza della Provincia. La vice sindaco, Francesca Malafoglia, avrà anche le deleghe alla scuola, ai servizi educativi, ai fondi europei e alle pari opportunità. L’assessore Vittorio Piacenti D’Ubaldi riceve la delega al personale. L’assessore Stefano Bucari riceve anche le deleghe all’urbanistica, all’edilizia privata e alla Città della salute. L’assessore Cristhia Falchetti Ballerani, che cede la delega al personale a Vittorio Piacenti D’Ubaldi, riceve quelle a Ict, Smart City, Agenda Urbana, Cultura, Papino, Commercio e artigianato. L’assessore Emilio Giacchetti avrà le deleghe alla polizia municipale, ai grandi eventi e ai rapporti con l’Unesco. L’assessore Cristhia Falchetti Ballerani, che cede la delega al personale a D’Ubaldi e la polizia municipale a Giacchetti, riceve quelle a Ict, Smart City, Agenda Urbana, Cultura, Papigno, Commercio e artigianato.

I programmi Poi, certo, giunta o non giunta, il sindaco deve mettere a punto un piano di rientro serio e credibile nel quale siano indicate le misure che il Comune intende attuare per rientrare dal pesantissimo passivo: «Il consiglio comunale – ha detto Di Girolamo – dovrà deliberare sulla richiesta, da inviare entro 90 giorni al ministero dell’Interno e alla Corte dei conti, relativa alla possibile dilazione del disavanzo (Di Girolamo ha confermato i 3,5-4 milioni sulla spesa corrente, mentre non ha reso note le cifre relative al ‘fuori bilancio’; ndr) per un periodo massimo di dieci anni e nella quale dovranno essere indicate tutte le iniziative che intendiamo intraprendere. Di sicuro, però, non faremo riferimento al fondo di rotazione».

Tagli e vendite Confermato che FarmaciaTerni va sul mercato. La decisione sul punto pare ormai presa e Di Girolamo non intende fare sconti, tanto che era circolata l’ipotesi di un commissariamento dell’azienda: «Non credo e anzi spero che non si debba arrivare ad una soluzione del genere – ha spiegato il sindaco – perché sono certo che il consiglio di amministrazione voglia dar seguito alle dichiarazioni che ha sempre fatto e nelle quali si è sempre evidenziato che l’unico interesse per il quale operavano era quello del bene comune. Ora spero che diano seguito a quelle affermazioni e permettano al Comune di fare il bene dell’azienda. Ma è chiaro che siamo pronti a qualsiasi iniziativa riterremo opportuna, soprattutto perché i fondi derivanti da eventuali alienazioni potrebbero essere utilizzate per la spesa corrente». Mentre Asm non è in vendita, ma si andrà alla ricerca di partner forti. Confermato anche che si interverrà su altre voci di spesa: «I bandi per gestione del gas, della pubblica illuminazione, delle mense ci potranno aiutare – ha detto ancora il sindaco -mentre porremo mano anche ad ulteriori interventi di razionalizzazione sul personale. Su tasse e tributi – ha poi lasciato la porta aperta – noi abbiamo la volontà di non intervenire con aumenti, ma siccome quelli di Terni sono tra i più bassi in assoluto, gli eventuali ritocchi sarebbero solo l’ultima strada che ci riserviamo di percorrere».

La Regione Non indifferente, sul futuro politico e soprattutto economico del Comune di Terni, sarà anche la posizione che intenderà assumere la Regione Umbria: perché sarà pure vero che la riunione congiunta – lunedì mattina – tra gli esecutivi dello stesso Comune e quello della Regione era prevista da tempo – rientra nel quadro di incontri bilaterali decisi nell’assemblea di luglio ad Acquasparta, che la giunta regionale ha in programma con tutti i Comuni, ma è chiaro che la coincidenza non può essere casuale.

I temi Perché è ipotizzabile che si parli di università, per esempio, ma anche della gestione, visto che viene ormai dato per certo il suo riconoscimento, dello stato di ‘Area di crisi complessa’. Mentre un tema che potrebbe essere oggetto del vertice è quello relativo alla possibile ‘apertura’ di Umbria Jazz verso l’area ternana, con un’importante ricaduta sotto il profilo economico e culturale. Il Comune di Terni, poi, non mancherà di rimarcare, lunedì mattina, che qualche anno fa la stessa Regione dette una grossa mano al Comune di Perugia, quando si venne a trovare in una situazione economica fortemente critica.

Forza Italia La prima reazione arriva da Forza Italia: «Il taglio del gruppo di assessori per risparmiare soldi pubblici, che a nome mio e del gruppo avevo chiesto – dice Francesco Ferranti – era il minimo sindacale difronte a 26 mesi di nulla e sfascio. Ora mi attendo il taglio della convenzione per l’esternalizzazione della cultura, visto che improduttiva e che propone una cultura di nicchia e direi sui generis. Ho chiesto all’onorevole Pietro Laffranco di presentare un’interrogazione al ministro cultura per quanto avvenuto e messo in scena recentemente».

FdI-An Secondo Marco Cecconi (fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale), «la montagna, dei debiti, del default finanziario, del collasso politico, dell’azzeramento dell’azione amministrativa, ha partorito veramente il topolino. Mentre Parigi brucia, Di Girolamo suona il violino. Mentre Palazzo Spada va a fuoco, sommersa da un disavanzo di cui i ternani ancora ignorano la reale entità (e le conseguenze che ricadranno sulle loro spalle per almeno una generazione) – entità che comunque è nell’ordine delle decine di milioni di euro – Di Girolamo ci prende in giro tutti, con una conferenza-stampa che definire ridicola è essere generosi. Convocare i giornalisti dalla mattina alla sera, per giunta di domenica, alla vigilia di una seduta del consiglio comunale qual è quella in programma per lunedì 3 che si annuncia da lacrime e sangue, per dire che? Solo per parlare d’altro. Per darci a bere che il taglio di qualche assessore – anziché una goccia nel mare del malgoverno qual è – sarebbe un fulgido esempio di “rigore ed efficienza”, ha detto. Per dare in pasto all’opinione pubblica – così almeno lui spera – un po’ di gossip sui nomi e le poltrone, sui trombati di ieri e di oggi, giusto per distogliere l’attenzione dai problemi veri. E rimandare a data da destinarsi l’annuncio fatale e inevitabile di un aumento a tappeto di tasse ed imposte, dallo smaltimento dei rifiuti all’imposta sugli immobili (IMU). Peccato per lui e per noi tutti, i problemi veri – quelli del predissesto annunciato – restano intatti e incombono come macigni. E finiranno per stritolare anche le sue debolissime strategie di comunicazione».

Lega Nord Il Consigliere Regionale della Lega Nord, Emanuele Fiorini ed il referente territoriale Lega Nord Terni (che non è presente in consiglio comunale), Federico Cini, «invitano il sindaco, Leopoldo Di Girolamo, a rassegnare immediatamente le dimissioni. Un primo cittadino che getta la propria città sull’orlo del baratro, indebitandola a dismisura – dicono Fiorini e Cini – e che per l’ennesima volta tenta di salvare la faccia cambiando gran pare degli uomini della sua Giunta, non può continuare a governarla, ma deve ammettere il proprio fallimento e andarsene a casa, chiedendo scusa ai propri cittadini. Il sindaco ha fallito – proseguono – e se ancora non lo ha ammesso, dovrà farlo. Abbiamo intenzione di scendere in piazza chiedendo ad alta voce le sue dimissioni, invitando a partecipare tutte le altre forze politiche di opposizione».

Il Partito Democratico Diverso il giudizio del Partito Democratico, secondo il quale, «in questi giorni si stiano ponendo le basi per la costruzione di una nuova fase per la città. Tenendo ben presenti le criticità che la riguardano, il PD valuta fondamentale che l’azione dell’amministrazione municipale contribuisca, in modo decisivo, al rilancio di Terni. In questo contesto, la scelta annunciata dal sindaco di ricorrere allo strumento del riequilibrio finanziario pluriennale, denota una forte volontà di affrontare con trasparenza e senso di responsabilità, tutte le problematiche legate al bilancio emerse in questi anni di profonda trasformazione normativa ed economica, con un’accelerazione del lavoro già iniziato a partire dalla razionalizzazione delle partecipate. Ad una fase straordinaria devono corrispondere scelte straordinarie, e in questo contesto riteniamo si inquadri la decisione del sindaco di intervenire sulla giunta. Il PD ritiene che tale scelta non sia basata su un giudizio negativo del lavoro svolto dai singoli assessori, né tantomeno sui tanti evocati scontri di corrente, quanto piuttosto sulla necessità di legare il rilancio politico-amministrativo dell’azione di governo della città, anche ad una riduzione dei costi della politica, dettata soprattutto dalla particolare situazione finanziaria dell’ente.
Occorre ora concretizzare gli impegni per la città con il pieno coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali. In tal senso risulta necessario che il governo dia seguito al riconoscimento del territorio ternano, quale area di crisi complessa, che la Regione dell’Umbria e tutti i soggetti interessati, a partire dalla Fondazione, siano impegnati a rafforzare il progetto di un patto per la città».

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