Polizia provinciale: bufera a Terni

L’amministrazione ‘scarica’ i 15 dipendenti e si va verso lo smembramento del Corpo. Sindacati all’attacco

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Un incontro ‘burrascoso’, seguito da una dura accusa: «L’amministrazione provinciale non compie scelte autonome e non tutela il proprio territorio». Questo il giudizio, netto, che le rappresentanze sindacali unitarie della Provincia di Terni  e le sigle del comparto pubblico – Cgil, Cisl, Uil, Usb – danno dell’esecutivo di palazzo Bazzani, ovvero del presidente Di Girolamo, alla luce della decisione con cui tutte e 15 le unità di personale della polizia provinciale di Terni sono state inserite nel cosiddetto ‘portale della mobilità’ e quindi considerate in soprannumero rispetto alle esigenze dell’ente: verranno ‘sterzate’ altrove. Ma dove, ancora, non si sa.

LA REGIONE: «I COMUNI NON COLLABORANO»

Scontro Convocati telefonicamente nel tardo pomeriggio di venerdì, il mattino seguente i sindacati hanno ricevuto la brutta notizia da Di Girolamo in un incontro definito «acceso ed oltremodo concitato» e in cui hanno espresso «la netta contrarietà ad una scelta che allo stato è sicuramente inopportuna, illegittima e lesiva dei diritti dei lavoratori interessati». Per i sindacati la scelta è da condannare perché assunta «in assenza di una dotazione organica che disegni il futuro assetto organizzativo con le relative funzioni, ed in violazione del dettato normativo e del relativo accordo sottoscritto in conferenza unificata lo scorso 5 novembre».

IL COMANDANTE: «STANNO DISPERDENDO UN PATRIMONIO»

‘Scaricati’ «Al momento – affermano Rsu e sindacati – in provincia di Terni non esiste alcun percorso certificato e credibile che attesti la presa in carico del personale della polizia provincia da parte dei Comuni né da parte della Regione, rispetto a quanto previsto specificamente dalla legge. L’iscrizione nel ‘portale della mobilità’ – spiegano – rappresenta una certificazione di soprannumero irresponsabile ed iniqua che mette a rischio la condizione personale e professionale dei lavoratori stessi, ma anche la tenuta dei servizi, importanti, resi sul territorio. Questi devono essere ricompresi all’interno dell’Ente di area vasta. L’amministrazione – è l’affondo – dimostra ancora una volta dimostra di non praticare scelte autonome a tutela del proprio territorio, che anche con riguardo alla polizia provinciale esprime una connotazione ed una peculiarità ben diverse dalla realtà perugina». La prima decisione, alla luce della ‘novità’, è stata la convocazione di tutto il personale in assemblea, martedì mattina dalle 10 alle 12.

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