Strage di Bruxelles: «Vivo per miracolo»

Terni, il racconto di Aron Chiesa, scampato alla tragedia; mentre in Umbria, come nel resto del Paese, la misure di sicurezza aumentano

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di S.F e L.P.

E’ allerta in tutta Europa, Italia compresa, dopo gli attentati che nei giorni scorsi hanno seminato morte e terrore a Bruxelles.

Protocollo Serafico Assisi e Carabinieri, la firma - 24 marzo 2016

La presentazione del ‘protocollo’

Massima attenzione E ovunque è allarme sicurezza. Così giovedì mattina, mentre ad Assisi veniva firmato il protocollo d’intesa tra l’istituto Serafico e il Fapp, il fondo assistenza previdenza e premi in favore dei ragazzi con problemi familiari e disabili e degli orfani dei carabinieri caduti in servizio, il generale Tullio Del Sette è tornato a parlare del tema. «La situazione – ha detto – è di massima attenzione, sia da parte nostra che delle altre forze di polizia».

Sicurezza «Stiamo lavorando in ogni settore – ha aggiunto il comandante – sul piano informativo, preventivo e su quello delle indagini e siamo pronti anche per qualsiasi tipo di emergenza, fermo restando che è sempre necessario aggiornarci. Uomini di rinforzo sono stati inviati ad Assisi perché è una delle città maggiormente interessate dal Giubileo, come anche Loreto, così come anche Roma e San Giovanni Rotondo». Secondo il comandante sono già state formate apposite squadre addestrate in grado di interventi di massima efficienza fin dal primo momento, se ce ne fosse l’esigenza.

La basilica di Assisi

La basilica di Assisi

Antiterrorismo Il livello di sicurezza è lo stesso predisposto per il Giubileo e riguarda città come Assisi ma anche Perugia e Orvieto, per un totale di circa quaranta siti sensibili. Il piano predisposto dalla prefettura mette in campo 12 carabinieri in più specializzati nelle misure antiterrorismo che aiuteranno gli uomini dell’arma già impiegati nei normali controlli di routine.

Sul raccordo E intanto, sempre per innalzare il livello di sicurezza sulle strade della regione, dall’Anas fanno sapere che da venerdì 25 marzo sarà temporaneamente rimosso il cantiere sulla galleria ‘Volumni’, tra Ponte san Giovanni e Perugia, sul raccordo Perugia-Bettolle. Nessun restringimento della carreggiata, dunque, durante le festività di Pasqua, al fine di agevolare gli spostamenti all’interno dell’area urbana di Perugia e in occasione della visita del presidente della Repubblica in programma per il prossimo 31 marzo. I lavori, ormai pressappoco ultimati sulla carreggiata in direzione Ponte san Giovanni, riprenderanno a partire da lunedì 4 aprile.

Aron Chiesa

Aron Chiesa

Momenti e sensazioni E chi ha vissuto sulla propria pelle il terrorismo, fortunatamente senza conseguenza, è stato il 19enne clarinettista romano Aron Chiesa, allievo – dall’ottobre 2011 – per tre anni dell’istituto superiore di studi musicali ‘Briccialdi’ di Terni. Si trovava in Belgio per cercare di realizzare un sogno, quello di entrare nell’Opéra Royal de Wallonie di Liegi. E ci è riuscito, poi però in poche ore è passato da un momento di assoluta gioia a un altro totalmente opposto: Aron era infatti all’aeroporto Zaventem di Bruxelles durante l’attentato a firma Isis. «Ero appena uscito dalle scale mobili per andare al terminal che si trova al terzo piano. Ho fatto appena in tempo ad andare a vedere il monitor dove si trovava il check-in e neanche il tempo di guardarmi un po’ intorno che è esplosa la prima bomba, che io però non ho visto, ma solo sentito molto forte. La seconda è stata invece più vicina, perché ho visto il fuoco, ho sentito lo spostamento dell’aria e sopratutto, poco dopo, ho visto della gente ferita. Il fuoco non era a più di 30 metri, ma sicuramente la bomba era più lontana, altrimenti forse non sarei qui ora a parlare con voi». Aron è rientrato in Italia mercoledì da Düsseldorf, Germania.

Fortuna Aron – sua mamma, Anaïs Lee, organizza da anni a Narni il festival ‘Luci della ribalta’ con l’associazione Mozart Italia –  è uscito dal terminal dell’aeroporto senza una ferita: «A freddo mi rendo conto sicuramente di essere stato fortunato, persone vicine a me hanno avuto una sorte peggiore della mia. In quei momenti uno non si rende conto di quello che succede: solo adesso posso capire veramente di non essere stato bravo, ma semplicemente, appunto, fortunato. Sono passato da un momento di estrema gioia alla tragedia nel giro di 13 ore».

I pensieri  «So – prosegue il racconto di Aron – che c’erano dei chiodi nelle bombe e forse la mia fortuna è stata anche quella di non essere stato colpito dai frammenti. Non so dire con certezza cosa mi abbia protetto, se la mia posizione, se qualche colonna, tante circostanze. Fortuna, posso solo dire tanta fortuna. Appena visto il fuoco ho lasciato la valigia e sono scappato, senza voltarmi indietro. C’era il panico generale. Nessuno capiva cosa stesse succedendo. Io, sinceramente, alla prima esplosione sono rimasto un po’ interdetto, ma neanche il tempo di pensare che è esplosa la seconda ed è lì che ho capito che poteva trattarsi di un attentato».

La fuga «Da quel momento l’unico pensiero era scappare senza, ovviamente, sapere dove andare. Non si può sapere se ne potevano scoppiare altre, ma in quel momento chiaramente l’istinto – continua Aron – è quello di andare più lontano possibile. Con altre persone ci siamo nascosti in un bagno, per paura che qualcuno ci trovasse e magari ci sparasse. Non ricordo bene tutto sinceramente. La paura ha offuscato la mia mente e i miei ricordi di quei momenti».

Il futuro Da Bruxelles Aron dovrà passare di nuovo, visto che da agosto si trasferirà in pianta stabile a Liegi: «Adesso psicologicamente sono un po’ condizionato al pensiero di salire su un aereo o ritrovarmi in un aeroporto, un po’ di timore è naturale, ma la vita deve andare avanti. Tanta gente ancora prende aerei e li prenderà. Io abito a Roma e non si può sapere cosa succederà, il problema non è certo l’aeroporto di Bruxelles. Il pericolo può essere ovunque».

Sogno concretizzato Ora spazio alla carriera: «Ho 19 anni e non mi capacito di essere riuscito ad entrare all’opera di Liegi. Un posto importante, a tempo indeterminato in un’orchestra. Averlo raggiunto così giovane è un risultato che mi gratifica molto. Ora tanto lavoro e impegno». Nel 2013, durante la sua permanenza a Terni, ha portato in alto il nome del ‘Briccialdi’ vincendo – sezione strumenti a fiato – il ‘Premio nazionale delle arti’.

Affetto ternano Tre anni al ‘Briccialdi’. Inevitabile che amici e conoscenti ternani si siano preoccupati per le sue condizioni: «In queste ore ho ricevuto molto affetto dai miei ex colleghi di Terni. Sia per congrtularsi con me per il successo sia per sapere come stavo dopo i tragici fatti a cui ho assistito. Volevano sapere cosa fosse successo e se ero rientrato in Italia. In tanti si sono attivati per aiutarmi, ho ricevuto tanta solidarietà».

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